Il 2013 appena cominciato è stato nominato “anno europeo dell’aria”, ma a giudicare dai dati diffusi dal rapporto di Legambiente sulla qualità di ciò che respiriamo, i prossimi 12 mesi sembra saranno all’insegna dello smog. In termini di inquinamento atmosferico le città italiane non si sono comportate bene, visto che tutte hanno superato il livelli di polveri fini (PM10). Sono 51 le città, tra le 95 monitorate da Legambiente nell’ambito della classifica “PM10 ti tengo d’occhio”, che hanno superato il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge. Fra queste Asti che nella classifica si è piazzata al 9° posto, superando per ben 97 giorni i limiti  delle polveri sottili. Una situazione nella media italiana ma che è resa più grave dalla posizione geografica del nostro territorio che si trova incastonato fra l’Alessandrino e il Torinese, rispettivamente medaglia d’oro e di bronzo del triste podio. “Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche l’anno appena cominciato. E a chiedere all’Italia misure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fine anno è stata pure l’Europa con una sentenza della Corte di giustizia nei confronti del nostro Paese – ha dichiarato la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni -. Evidentemente, il problema dell’inquinamento e delle città invase dal traffico non può più essere affrontato in maniera parziale e limitata”. Nella nostra città il giorno “nero” per l’aria nel 2012 è stato il 18 febbraio in cui Asti, complice l’emergenza gelo e i riscaldamenti tenuti altissimi, si è trasformata in una camera a gas. In quella data la centralina Baussano, ha raggiunto per la prima volta i 183 microgarmmi per  metro cubo di PM10, contro il limite giornaliero di 50 microgrammi. “La media degli ultimi 3 anni ci dimostra che nonostante diverse situazioni climatiche i livelli di inquinamento non cambiano in modo significativo” ha spiegato Giancarlo Dapavo di Legambiente Asti. Allora come ovviare a una situazione che rischia di diventare sempre più grave? “Le soluzioni sono quelle ormai sperimentate da decenni in tutta Europa: incremento dei trasporti pubblici, piste ciclabili urbane, zone pedonali e zone a traffico limitato, protette da zone 30. Considerando che l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2012 ha dichiarato gravemente dannosa per la salute la combustione del gasolio, sarebbe auspicabile limitare la circolazione dei mezzi diesel con qualsiasi sistema di limitazione degli inquinanti compresi euro6 – ha concluso Dapavo -. La compensazione per l’uso di autobus euro6 è nella necessità di incrementare, agevolare il trasporto pubblico”. Per visualizzare il rapporto completo Legambiente clicca qui.