Egidio Ponchione vicino al vascone interrato da cui attinge l’acqua, per bagnare orto e giardino, dopo la chiusura del pozzo contaminato da cromo esavalente e solventi clorurati“L’acqua di San Fedele: dall’inquinamento alla bonifica ambientale” è il titolo del progetto, rivolto a due classi del Liceo statale Monti, che si aprirà venerdì 11 ottobre con un’inedita iniziativa: la visita guidata ai luoghi coinvolti dalla contaminazione da cromo esavalente e solventi clorurati. Un percorso ambientale e di legalità ideato, nell’ambito della rassegna Verdeterra, dall’Associazione culturale Comunica con la collaborazione dell’Assessorato all’Ambiente e Legalità del Comune di Asti, l’Israt e il sostegno della Fondazione CRT. Obiettivo: far conoscere ai giovani un pezzo di storia astigiana tutt’altro che conclusa, ma che la città sembra per gran parte aver dimenticato. A partire dalle 11,30, i quarantuno studenti delle classi 5AT (Liceo Scientifico Tecnologico) e 4AA (Liceo Scientifico Scienze Applicate) sosteranno in alcuni punti significativi che hanno subito o causato la contaminazione della falda: dalle case di Villaggio San Fedele ai punti di prelievo dell’acqua da analizzare, dal  centro sociale del quartiere alla barriera idraulica costruita dall’Arvin Meritor (nel 1999, quando scoppiò il caso, gestiva l’ex Way-Assauto) fino ai cancelli della fabbrica, oggi chiusa. In ogni luogo troveranno un testimone che racconterà un pezzo della storia: il primo sarà Egidio Ponchione, che un mattino di dicembre lanciò l’allarme dopo aver tirato su dal pozzo  acqua gialla, contenente altissime concentrazioni di sostanze tossiche. Dinanzi ai punti di prelievo dove si attingono i campioni di acqua da analizzare, il tecnico Arpa Silvana Benedetti, esperta in bonifiche ambientali, si soffermerà sul lavoro compiuto per giungere all’individuazione delle sostanze inquinanti e per il successivo, e tuttora in corso, monitoraggio della falda. Poi, davanti al centro sociale che la Arvin Meritor fece costruire come risarcimento per i disagi causati agli abitanti, Valentino Aloi, segretario del Comitato San Fedele, esporrà le fasi salienti della mobilitazione del quartiere che portò anche alla dichiarazione dello stato di emergenza ambientale. Le ultime due testimonianze davanti ai cancelli della Way-Assauto posti a poca distanza dalla barriera idraulica (intercetta l’acqua di falda che dal sito industriale scorre verso il Tanaro attraversando Villaggio San Fedele): Luigi Casale, tecnico Arvin Meritor alla manutenzione interna, all’epoca della contaminazione ambientale, racconterà come la vicenda dell’inquinamento fu vissuta tra le maestranze e come si lavorò, all’interno dell’azienda, per cercare di correre ai ripari. Infine Mario Renosio, direttore dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Asti, riassumerà ai giovani la storia di quella che un tempo è stata la fabbrica più importante della città. Affiancheranno gli studenti del Monti le docenti Laura Accossato (Scienze naturali) e Nadia Durando (Lettere). Coordinerà le varie testimonianze Laura Nosenzo, giornalista.   Dopo la visita guidata, il progetto “L’acqua di San Fedele” proseguirà con altri due appuntamenti: il 17 ottobre le due classi saranno impegnate con la dottoressa Silvana Benedetti nelle analisi dell’acqua in laboratorio. Il 19 ottobre il Monti ospiterà la tavola rotonda che, partendo dall’approfondimento di alcuni aspetti del caso San Fedele, porterà i ragazzi a riflettere sull’importanza dell’acqua come risorsa e bene comune. Interverranno Vincenzo Paone, pubblico ministero al processo di primo grado contro l’Arvin Meritor, l’assessore all’Ambiente Alberto Pasta che farà il punto sullo stato della bonifica ambientale, la dottoressa Silvana Benedetti dell’Arpa (aggiornerà sullo stato di contaminazione della falda), il primo presidente del Comitato San Fedele Lucio Zotti (si soffermerà sui problemi ancora aperti per la popolazione), Alessandro Mortarino, referente del Comitato astigiano per le acque pubbliche (illustrerà il lavoro svolto finora e gli obiettivi futuri).   Nelle foto: Egidio Ponchione vicino al vascone interrato da cui attinge l’acqua, per bagnare orto e giardino, dopo la chiusura del pozzo contaminato da cromo esavalente e solventi clorurati