A seguito della guerra che sta sconvolgendo l’Ucraina ed al crescente numero di profughi in arrivo sul territorio piemontese, anche la popolazione Astigiana ha prontamente risposto all’emergenza mettendo a disposizione dei cittadini Ucraini fuggiti dalla guerra le proprie abitazioni.

Ad Asti 37 famiglie hanno inserito il proprio nominativo nella piattaforma Regionale presente nel sito internet istituzionale ed altre 4 hanno telefonato direttamente agli uffici comunali.

Il Comune di Asti è stato, infatti, fra i primi a richiedere alla Regione Piemonte i nominativi delle famiglie interessate e, dopo l’invio dell’elenco stesso, i Servizi Sociali hanno immediatamente contattato le famiglie iniziando una preliminare istruttoria di valutazione delle disponibilità e delle richieste legate all’accoglienza.

Da un primo confronto è emerso che forse non a tutti i nuclei famigliari sono consapevoli dell’impegno e delle difficoltà che ci sono nell’accogliere nuclei famigliari prevalentemente composti da madri con bambini/e che scappano da situazioni di pericolo e di disagio e che si trovano improvvisamente catapultati in contesti totalmente nuovi.

Pertanto sarà importante innanzi tutto una valutazione più approfondita delle diverse famiglie e soprattutto se si intende perseguire tale strada un accompagnamento professionale in grado di favorire un adeguato processo di inclusione e di sostegno dei nuclei interessati.

Un altro aspetto emerso, riguarda i rimborsi alle famiglie rispetto alle spese (alimentari, delle utenze etc.) che nel tempo dovranno sostenere, anche in considerazione del fatto che non si può prevedere per quanto tempo l’accoglienza dovrà protrarsi.

Il Sindaco Maurizio Rasero nel ringraziare le famiglie che prontamente si sono messe a disposizione, in attesa di indicazioni dalla Regione su come proseguire il percorso di accoglienza famigliare, intende evidenziare come anche in questo momento così delicato e di grande emergenza ci si debba sempre impegnare con grande disponibilità e professionalità al fine di dare risposte adeguate a persone che più di altre in questi giorni stanno ingiustamente affrontando un momento di grande sofferenza e di paura.