Dice che si è difeso, che non voleva uccidere la moglie il marocchino in carcere da ieri con l’accusa di omicidio volontario. Sallah El Ghaboui, operaio di 47 anni, è rinchiuso in una cella del carcere di Asti dopo essersi presentato al comando provinciale dei carabinieri raccontando di aver combinato un pasticcio a casa. Quel pasticcio in realtà era un efferato e brutale omicidio, quello della moglie Saadia Hamoudi, badante di 42 anni, uccisa con sei coltellate sul balcone della loro casa al civico 22 di via Montebruno, traversa di via Rosselli, davanti al giardini pubblici del vecchio ospedale.

Nell’appartamento al secondo piano dove la coppia di origine marocchina viveva da tempo martedì sera si è consumato il dramma. Poco dopo le 21, al termine di una furiosa lite scoppiata per “futili motivi”, forse per gelosia, forse per una crisi di coppia ormai consolidata, l’uomo ha ucciso a coltellate la moglie usando una lama da 30 centimetri presa dalla cucina di casa.

Nella versione dei fatti fornita al pm Delia Boschetto l’operaio avrebbe raccontato che sarebbe stata la moglie a minacciarlo col coltello. Una versione che attualmente non può essere riscontrata. Certo è che il marocchino quando si è presentato dai militari non presentava ferite se non qualche lieve graffio e che i suoi abiti erano puliti e non intrisi di sangue.

Per la moglie invece non c’è stato nulla da fare. Sei i fendenti, cinque molto profondi, che l’hanno raggiunta al torace e al collo, non lasciandole scampo. La donna ha trovato la morte sul balcone di casa, mentre cercava di chiedere aiuto. Un delitto al quale hanno assistito numerosi testimoni, abitanti dei palazzi vicini, messi in allarme dalle grida di aiuto di Saida, come la chiamavano gli amici.

Venerdì il medico legale eseguirà l’esame autoptico che chiarirà ulteriormente le cause della morte; dopodiché la magistratura potrà concedere il nulla osta per i funerali.

Il marito, in carcere, è difeso dall’avvocato di fiducia Marco Scassa. Dagli accertamenti sul suo passato da parte dei carabinieri è emerso un brutto episodio risalente al 2012. Il marocchino allora avrebbe minacciato un’amica con un coltello al termine di una lite; la donna decise di rimettere la querela, ma per il reato di minaccia aggravata si procede d’ufficio e quindi la procura aveva aperto un procedimento a suo carico.