C’è anche la prefettura (vacante) di Asti fra quelle a rischio. Ieri il Viminale ha ufficializzato il taglio di 23 presidi dello Stato. Secondo il decreto che rientra nella riforma Madia, entro il dicembre 2016 le prefetture da 103 diventeranno 80. Fra quelle soppresse e accorpate anche Asti, al momento retta dal prefetto vicario Paolo Ponta e senza prefetto ufficiale dopo il trasferimento a Latina di Pierluigi Faloni nei mesi scorsi. Asti verrà annessa ad Alessandria retta attualmente dal prefetto Romilda Tafuri. Teramo, verrà unita a quella de L’Aquila, Vibo Valentia con Catanzaro, Benevento con Avellino, Piacenza con Parma, Pordenone con Udine, Rieti con Viterbo, Savona con Imperia, Sondrio con Bergamo, Lecco con Como, Cremona con Mantova, Lodi con Pavia, Fermo con Ascoli Piceno, Isernia con Campobasso, Verbano-Cusio-Ossola con Novara, Biella con Vercelli, Oristano con Nuoro, Enna con Caltanissetta, Massa-Carrara con Lucca, Prato con Pistoia, Rovigo con Padova, Belluno con Treviso. La notizia ha subito suscitato un mare di polemiche. I sindacati Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa hanno già annunciato uno sciopero per martedì 22 settembre giorno in cui si terranno manifestazioni in contemporanea in tutte le 23 prefetture a rischio tagli. “In un momento di massima emergenza in materia di gestione dell’immigrazione e della sicurezza, il governo pensa di chiudere 23 prefetture. Un arretramento inaccettabile dello stato dal territorio, che rischia di lasciare nel caos cittadini e lavoratori”. Per i sindacati si tratta di un provvedimento “sbagliato e intempestivo” hanno commentato le sigle sindacali.