“Riprendiamoci la nostra città”. Può riassumersi così la manifestazione andata in scena questa mattina in piazza Alfieri, davanti al palazzo della prefettura di Asti, indetta da imprenditori, commercianti e abitanti della periferia est della città per chiedere più sicurezza e legalità. In molti hanno aderito all’appello da lanciato da Diego Furlanetto, titolare della Asti Lattoneria, derubata ben due volte nel giro di pochi mesi. Il comitato spontaneo composto principalmente da commercianti vittime di furti e rapine è sceso in piazza per la prima volta, organizzando un’agitazione unica nel suo genere e che già annuncia seguiti. “Siamo stufi di essere vittime di furti, ma questo non è l’unico problema – spiegano -. Nella periferia est della città l’aria è diventata irrespirabile a causa dei numerosi roghi di materiali e fili plastici fatti per ricavare il rame. La situazione è pericolosa. Anche i cittadini della zona vivono blindati per timore di aprire le finestre e respirare diossina pura”. Ma c’è di più. Secondo il comitato infatti i problemi non sono solo legati alla sicurezza e all’ambiente, ma anche alla disocuppazione e allo sviluppo dell’imprenditoria. “La zona di Asti est è molto penalizzata in questo senso – continuano -. Ci sono aziende che vorrebbero investire nel nostro territorio ma non lo fanno perché molte aziende si trovano in una zona degradata e pericolosa. Questo influisce anche sulla disoccupazione. Senza contare poi gli stabilimenti già esistenti che sono vuoti e rischiano di rimanerlo per sempre”. Molti i politici presenti all’agitazione fra cui il consigliere provinciale Mariangela Cotto che ha sottolineato la sua solidarietà ai commercianti e agli imprenditori, sottolineando come anche nelle frazioni di Asti esista il reale problema dei furti e delle truffe specie nelle zone più isolate. E allora quali potrebbero essere le soluzioni? “Chiediamo che ci siano più forze dell’ordine – spiegano i manifestanti -. Polizia e carabinieri sono presenti e intervengono tempestivamente, ma sono pochi. Chiediamo anche la possibilità di difenderci da soli se minacciati o aggrediti e vogliamo che le pene inflitte a chi delinque siano sicure e certe”. Questo genere di agitazione, organizzata da Furlanetto è una novità nel panorama italiano. “Dopo aver subito due furti in nove mesi, nonostante la  mia azienda sia dotata di ogni sistema di allarme, mi sono sentito debole – racconta Furlanetto -. I danni che mi hanno provocato sono stati ingenti, ma c’è di più. I ladri che mi hanno fatto visita non si sono curati minimamente di tutti i sistemi d’allarme, inducendomi a riflettere. Noi imprenditori siamo stanchi di essere continuamente derubati. Il sistema italiano deve cambiare. Vogliamo maggiore sicurezza”. Parole sottoscritte da tutti. Da chi, imprenditore ha subito numerose sgradite visite, a chi invece è stato rapinato nella propria abitazione, da chi ancora ha trasformato la propria casa in un bunker. “Non posso che essere d’accordo con ciò che ha detto Furlanetto e con la sua iniziativa – commenta Marco Allegretti, presidente dell’ordine degli ingegneri intervenuto all’agitazione come cittadino e imprenditore -. Io in uno stesso cantiere ho subito ben 7 furti e nonostante mi sia sempre rivolto alle forze dell’ordine non ho ottenuto nulla. Per questo sono stato costretto ad andare a lavorare lontano, all’estero. Bisogna fare qualcosa, altrimenti l’imprenditoria locale rischia seri contraccolpi”.