Si vedono ancora spiragli in extremis per sbrogliare la matassa dell’Imu agricola 2014 a tre giorni dalla scadenza del pagamento fissato lunedì prossimo. Oggi, secondo quanto scrive l’Ansa, la questione che ha sollevato le barricate del mondo agricolo, politico e dei Comuni per i contestati criteri altimetrici sul pagamento dei terreni agricoli montani sarà infatti al centro dell’incontro a palazzo Chigi tra la Presidenza del consiglio e i ministri dell’economia Pier Carlo Padoan e delle politiche agricole Maurizio Martina. Nuovi appelli sono giunti al governo e in particolare al ministero dell’Economia per emanare un decreto che proroghi la sospensione del pagamento (già arrivata il 12 dicembre scorso) dopo la decisione ieri del Tar del Lazio di non prorogarne la sospensione per i terreni montani calcolata sui nuovi criteri altimetrici e di valutare direttamente nel merito i vari ricorsi fatti da alcuni Comuni e Anci regionali. Ma si invoca anche la definizione di una riconsiderazione complessiva dei criteri sull’Imu agricola per i comuni montani nel quadro della ridefinizione della Local Tax. Intanto c’è la dura presa di posizione del residente nazionale della Cia Dino Scanavino che ha scritto al Ministro Martina. “Caro Ministro Maurizio Martina, la situazione che si è venuta a creare attorno alla questione relativa all’Imu agricolo è inaccettabile e paradossale, a maggior ragione perché a quattro giorni dalla scadenza dei termini di pagamento la confusione regna sovrana. Con la decisione del Tar del Lazio di non prorogare la sospensione dell’Imu per i terreni ex montani, il settore oggi è si trova in una situazione di totale caos. Ritengo opportuno segnalarTi che non è più possibile fare cassa sulla pelle delle aziende agricole – scrive Scanavino -. Il Governo deve assumersi finalmente le proprie responsabilità e agire immediatamente per correggere la situazione, a partire dalla data di scadenza del 26 gennaio per il pagamento che non è assolutamente praticabile. L’Imuè un prelievo insostenibile per gli agricoltori che nell’ultimo anno hanno visto i loro redditi crollare dell’11% (contro l’1,7% della media Ue) rispetto al 2013 e i prezzi sui campi diminuire del 5,5% tendenziale. Embargo russo, maltempo, fitopatie e calo delle consumazioni interne hanno fatto il resto, facendo crollare le coltivazioni dell’8,5%. E’ chiaro quindi che le aziende agricole non possono sopportare ulteriori aggravi economici, tanto più nel caso di un provvedimento iniquo sia nei contenuti che nella modalità di attuazione e di prelievo”. “A fronte di questa insopportabile situazione, chiediamo di farTi parte diligente affinché il Governo dia seguito a quanto annunciato più volte in questi ultimi giorni e sani a livello normativo una condizione che lascia gli agricoltori in balia dell’incertezza – conclude i presidente Cia -. Non possiamo né vogliamo pensare ad un sistema istituzionale scollegato dalla realtà economica e sociale del Paese. In attesa di una misura correttiva, che auspichiamo tempestiva, abbiamo deciso di invitare i nostri associati a non effettuare alcun versamento”.