Le previsioni meteo avevano preannunciato da giorni l’arrivo del gran caldo anche sulla nostra città. Il binomio estate/bel tempo rappresenta, da molte anni, il momento in cui dal suolo africano partono alla volta delle sponde più a sud dell’Europa (che portano il bel nome di Italia), migliaia di esseri umani che, dopo le peripezie di una rediviva Odissea, lasciata la loro terra natia per i più disparati motivi, approdano nei modi che ormai le immagini televisive ci hanno mostrato tante e tante, troppe volte. E così, come ogni altra volta in passato, lo scorso primo luglio, in mattinata, il telefono di via Foscolo, sede della Croce Rossa Astigiana, è squillato. La Prefettura ci annunciava l’arrivo di altri profughi, i quali tuttavia, non potevano essere destinati ai vari centri di accoglienza sparsi in provincia in quanto già saturi. Ed ecco allora la necessità di trovare una soluzione rapida e la conseguente decisione di allestire immediatamente un piccolo e temporaneo Campo presso la sede del comitato provinciale Cri di Asti. Telefonate, tam tam di messaggi ed in pochissimo tempo ecco giungere ragazze e ragazzi, uomini e donne, tutti volontari CRI, che in poco tempo allestivano due tende da otto posti, sistemavano lettini da campo e gazebo sotto i quali trovavano riparo tavoli e panche per i pasti ed il ristoro, venivano collocati e resi operativi moduli bagni e docce, ambulatorio e cucina campale. Con l’arrivo dei primi sei profughi giovedì sera e di altri otto venerdì sera, il “Campo” entrava nella sua piena attività e con esso i turni di servizio logistico/sanitario necessari per il suo ottimale funzionamento, garantiti dai volontari Cri dagli appartenenti al Corpo militare CRI e le infermiere volontarie Cri. Circa 10 volontari al giorno prestano ora servizio, aggiungendosi ai 30 volontari ed ai dipendenti Cri che ogni giorno e notte di tutto l’ anno, feriale e festivo, sono impegnati su tutto il territorio astigiano. I profughi sono stati visitati da personale medico e la presenza delle infermiere volontarie Cri garantisce l’assistenza assidua e la somministrazione delle terapie prescritte. La popolazione del Campo è attualmente di quindici profughi che quanto prima verranno verranno trasferiti, come gli altri, in luoghi più idonei.