Dodicesimo numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2020 spegne 121 candeline. Ecco i principali argomenti della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 27 marzo 2020.

Mascherine e respiratore dalla Diocesi all’ospedale

“Da più parti ci veniva richiesto che cosa la Diocesi facesse per aiutare l’ospedale in questo frangente. Io non sono molto propenso a mettere in mostra tutto quello che si fa, memore della parola del Vangelo ‘Quando fai l’elemosina, non sappia la destra ciò che fa la sinistra’. Però mi sono reso conto che era giusto rendere visibili alcuni gesti che abbiamo compiuto”. Così il vescovo Marco ha commentato l’iniziale donazione di 15 mila euro fatta alcune settimane fa all’Ospedale di Asti. “In un dialogo aperto con il commissario dell’Asl si è cercato di capire quale fosse la necessità più impellente. Inizialmente si pensava a mascherine, che però è risultato troppo difficile reperire in quantità così massicce. In fine, mercoledì, la direzione dell’Ospedale ci ha proposto l’acquisto di un respiratore artificiale, che costa circa 8.400 euro e altri 8.000 euro in mascherine. Immediatamente abbiamo dato il via agli ordini”.
Il respiratore, chiamato LifeVent O2 e prodotto dalla ditta Sapio life Srl, non arriverà immediatamente: anche lì ci sono liste d’attesa, visto l’aumento di richieste ben al di sopra delle disponibilità. Però i passi sono stati fatti tutti.
I fondi per la donazione sono stati attinti dal “fondo per la carità del Vescovo” che raccoglie offerte varie consegnate al Vescovo ed una piccola quota di fondi dell’8 per mille.
Accanto al gesto concreto un gesto simbolico: la supplica alla Madonna del Portone, dove il vescovo Marco si è recato questa settimana per realizzare il video che verrà trasmesso domenica prossima dopo la messa in streaming sul canale YouTube di Gazzetta d’Asti.
Segni e gesti: è anche il contenuto del terzo messaggio che il vescovo ha mandato alla comunità cristiana e civile di Asti e che è pubblicato integralmente a fianco. Un invito a tutti quanti non solo a leggere i segni, ma a porre segni concreti per vivere responsabilmente e con fiducia questo tempo.

Occhio ai segni e restate a casa

Sono tre settimane da che la nostra vita è stata sospesa. Sono giorni, in cui si alternano speranza e delusione, sempre purtroppo in un sottofondo di angoscia, preoccupazione, smarrimento e tristezza.
Le notizie ci raccontano di un’epidemia che sembra non fermarsi, che miete vittime, che contagia senza guardare in faccia a nessuno. Ci narrano anche della generosità e del grande coraggio di tante persone.
Sentiamo un disperato bisogno di segni che ci rassicurino. Li andiamo a cercare ovunque, ci basterebbe poco, anche un leggerissimo miglioramento nella curva dei contagi e delle morti per vivere attimi di speranza. I bambini ci hanno aiutato un po’ coi loro striscioni appesi ai balconi: “tutto andrà bene”.
Noi che siamo cristiani crediamo che il Signore ci guidi a scoprire questi segni di sicura speranza. Non mi sono ancora stancato di dire, e continuo a crederlo sempre più fermamente, che il Signore è con noi, che non ci sta punendo e che non ci ha abbandonato. Mi rendo conto che è bello da dire, ma così difficile da credere.
In questi giorni un amico mi ha girato un invito ad una iniziativa di preghiera promossa da un gruppo di persone dalla fede come dire, senza giudizio, “rivendicativa”. L’intenzione di queste preghiere è “smuovere la misericordia di Dio”, attraverso la potente preghiera di Maria a cui “Dio non può negare ciò che ella gli chiede”. Lunedì mi ha chiamato il confratello con cui ho condiviso un lungo periodo in missione. Fu un periodo tribolato a causa degli scontri post-elettorali e delle continue guerre tribali. Mi ricordava una cosa di cui non mi ero ancora accorto. Mi diceva: “Marco, siamo stati fortunati, ci hanno insegnato a vivere con fede le vicende tragiche della vita. Ci hanno fatto capire che nel buio si può stare, senza disperarsi, perché la luce arriverà, non sai come, non sai quando, ma la luce arriverà”.
E veniamo a Gesù. Un giorno, a chi gli chiedeva un segno, disse che avremmo avuto solo “il segno di Giona”, cioè lui crocifisso e sepolto. Così, apparendo a Tommaso, che aveva espresso dubbi seri sulla sua resurrezione, disse: “metti il dito nelle mie piaghe, e non essere più incredulo, ma credente”. Questi dunque i segni a cui fare riferimento: Gesù crocifisso, le sue piaghe ed il Risorto. C’è di più, il Vangelo sembra dirci che finché non saremo stati capaci di mettere il dito nelle piaghe del Signore risorto non ci sarà possibile credere veramente e risorgere. [Continua sulla Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 27 marzo 2020]

La rivincita della scienza

E’ il respiratore artificiale che la Diocesi di Asti donerà all’ospedale. Un prodotto di alta tecnologia, che sancisce simbolicamente la rivincita che la scienza si sta prendendo in questi giorni. Ci eravamo lasciati prima dell’epidemia con grandi diffidenze nei confronti di scienziati, di vaccini e di ricerche in nome della primato della natura e dei rimedi naturali.
Ora che è stato dimostrato che il virus non può essere stato prodotto in laboratorio, scopriamo il volto cattivo della natura e tutti pendiamo dalle labbra degli scienziati, chiedendo alla ricerca, a lungo trascurata, che trovi il prima possibile un vaccino.

Un inserto con i disegni arcobaleno

In questo numero pubblichiamo due pagine di disegni arcobaleno realizzati dai bambini del rione Santa Caterina di Asti e di Montegrosso.
Per la prossima settimana invitiamo i bimbi che frequentano il catechismo di inviarci loro foto mentre mostrano disegni del vangelo della domenica delle Palme da loro realizzati (come nella foto sopra).
Le foto (con i nomi abbinati) vanno inviate a gazzettadasti.redazione@tin.it entro le 12 di mercoledì.

Due carabinieri positivi al Covid19

Ci sono anche due carabinieri, uno in servizio a Villanova e l’altro ad Asti, tra i covid positivi ad Asti. I militari sono ricoverati in ospedale (uno in terapia intensiva) ma le loro condizioni sarebbero buone. Nessuna chiusura, come si vociferava sui social, della compagnia di Villanova o degli altri comandi e stazioni presenti sul territorio e l’Arma fa sapere di aver sanificato tutti gli ambienti e i mezzi. Intanto (dati delle 13 di giovedì) in Piemonte i decessi sono cresciuti, ma non ad Asti dove si sono assestati a 16. I contagiati nel nostro territorio sono 282. Ne abbiamo parlato (a pag. 5) con Giovanni Messori Ioli, commissario dell’Asl At e Pietro Luigi Garavelli, primario di Malattie Infettive all’ospedale universitario “Maggiore della Carità” di Novara.