Trentottesimo numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2020 spegne 121 candeline. Ecco i principali argomenti della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 9 ottobre 2020.

“Non siamo stati avvertiti”

Non sono stati informati dalla famiglia che due loro iscritte erano risultate positive al covid. Capita anche questo in una situazione che sta diventando sempre più allarmante. Così il doposcuola Mini Kids di corso Torino giovedì è stato costretto a chiudere. La titolare e due colleghi sono stati sottoposti a tampone e due classi della elementare Dante frequentate dalle sorelline sono rimaste a casa. E’ stata proprio la titolare del Mini Kids Cristina Bertolino mercoledì sera, non appena avuta la notizia della positività delle bambine, ad avvertire i genitori dell’altra ventina di studenti che frequentano il doposcuola, e a contattare il medico e l’Asl. Intanto però il doposcuola giovedì è stato costretto a chiudere in attesa dell’esito dei tamponi. Conseguenze anche alla Dante, dove due classi, una seconda e una quarta, sono rimaste a casa. Anche diversi altri studenti non sono andati a scuola per scelta delle famiglie.

Mascherine obbligatorie ovunque anche fuori, anche se si è da soli

Il Dpcm non c’è ancora ma il Governo in un Cdm ha disposto l’obbligo delle mascherine anche all’aperto. Anche se si è soli o assieme a un congiunto. Questo da mercoledì fino almeno al 15 ottobre quando dovrebbe essere varato il nuovo decreto ministeriale. Intanto è stato anche prorogato lo stato di emergenza causato da coronavirus fino al 31 gennaio 2021. Previste multe salate per chi verrà beccato dalle forze dell’ordine senza mascherina all’aperto. Di norma la sanzione amministrativa è di 400 euro, ma l’importo può arrivare anche a 1.000 euro. Obbligo di mascherina anche in tutti i luoghi chiusi; nelle abitazioni private è invece “raccomandata”. Sono esenti i bambini al di sotto dei sei anni e persone con particolari patologie.

“Fratelli tutti”: la nuova enciclica che apre al mondo

È possibile desiderare un pianeta che assicuri terra, casa e lavoro a tutti. Questa è la vera via della pace, e non la strategia stolta e miope di seminare timore e diffidenza nei confronti di minacce esterne”. A garantirlo è il Papa, che nella sua terza enciclica, “Fratelli tutti” – firmata ad Assisi e diffusa oggi – parla di “amicizia sociale” come via per “sognare e pensare ad un’altra umanità”, seguendo la logica della solidarietà e della sussidiarietà per superare l’“inequità” planetaria già denunciata nella Laudato si’. “Se si tratta di ricominciare, sarà sempre a partire dagli ultimi”, la ricetta per il mondo post-covid. La terapia è la fratellanza, il testo di riferimento è il documento di Abu Dhabi e il modello è quello del Buon Samaritano, che prende su di sé “il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti”. Il coronavirus, che ha fatto irruzione in maniera improvvisa nelle nostre vite, “ha messo in luce le nostre false sicurezze” e la nostra “incapacità di vivere insieme”, denuncia Francesco sulla scorta del suo magistero durante la pandemia: “Che non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare”, l’appello per il dopo-Covid: “Che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di respiratori. Che un così grande dolore non sia inutile. Che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri”. “Siamo più soli che mai”, la constatazione di partenza. Il razzismo che “si nasconde e riappare sempre di nuovo”; l’“ossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciò provoca”, prima fra tutti l’aumentare della povertà. Sono alcuni effetti della “cultura dello scarto”, stigmatizzata ancora una volta dal Papa. Vittime, in particolare, le donne, che con crimini come la tratta – insieme ai bambini – vengono “private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù”. “La connessione digitale non basta per gettare ponti, non è in grado di unire l’umanità”, il rimprovero al mondo della comunicazione in rete, dove pullulano “forme insolite di aggressività, di insulti, maltrattamenti, offese, sferzate verbali fino a demolire la figura dell’altro”. I circuiti chiusi delle piattaforme, in cui ci si incontra solo tra simili con la logica dei like, “facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio”. Arrivare ad “una governance globale per le migrazioni”. È l’auspicio del quarto capitolo, dedicato interamente alla questione dei migranti, da “accogliere, promuovere, proteggere e integrare”, ribadisce Francesco. “Piena cittadinanza” e rinuncia “all’uso discriminatorio del termine minoranze”, l’indicazione per chi è arrivato già da tempo ed inserito nel tessuto sociale. “La vera qualità dei diversi Paesi del mondo si misura da questa capacità di pensare non solo come Paese, ma anche come famiglia umana, e questo si dimostra specialmente nei periodi critici”, sottolinea Francesco: no ai “nazionalismi chiusi”, l’immigrato non è “un usurpatore”.

Grazie Diavolo Rosso

Meno male che abbiamo il Diavolo Rosso. Non fosse per lui, mito del ciclismo pionieristico, la considerazione che “Bell’Italia” ha del nostro splendido territorio si sarebbe ridotto a una semplice menzione.

La bella rivista turistica ha dedicato uno speciale sul  Giro d’Italia, distribuito in omaggio alla Gazzetta dello Sport. A ogni tappa dedica un ampio dossier, esplorando le zone in cui transita la carovana rosa. Quando si arriva alla tappa di Asti del 23 ottobre lo spazio nell’articolo principale si riduce a poche righe, ricordando che il nostro capoluogo ha dato i natali al Diavolo Rosso, al secolo Giovanni Gerbi. Il servizio fotografico invece è tutto dedicato al basso Piemonte con l’immagine del duomo di Alba, della “tonda gentile” accredita (sic!) sempre ad Alba e a uno scorcio di Pollenzo. Per fortuna al Diavolo Rosso è riservato un approfondimento delle sue gesta. Ma delle nostre “bellezze” nessuna menzione se non nella guida dei luoghi da visitare.

L’OltreTanaro

Questa settimana torna, dopo oltre otto anni di assenza, l’inserto mensile L’OltreTanaro. Pagine (tre questo mese) esclusivamente dedicate ai paesi che sono a sud del Tanaro.