Un bagno di folla. Così Asti ha accompagnato nel suo ultimo viaggio Mariangela Cotto, scomparsa improvvisamente domenica sera. Una donna, una politica che ha tracciato la strada, come l’ha voluta ricordare fuori dalla camera ardente allestita nel palazzo della Provincia, il presidente del consiglio comunale e suo “delfino” Federico Garrone. “E’ stato un giorno che avrei voluto non arrivasse mai – ha detto Garrone davanti al feretro, una bara di legno chiaro, sormontata da una corona di fiori candidi -. Bastava una telefonata con te, ti sei sempre spesa per Asti e per tutti gli astigiani. Amavi Asti e gli astigiani. Non esisteva un colore politico, ma la strada per l’amore per il prossimo che hai percorso fino all’ultimo”.

Il feretro alle 9.30 ha lasciato la provincia alla volta della Collegiata di San Secondo. Tante le autorità presenti, anche a livello regionale, tanti i rappresentanti delle associazioni cittadine ma soprattutto tanta gente ha affollato la chiesa per l’ultimo saluto. Tre i vescovi che hanno concelebrato la funzione, il vescovo Marco Prastaro, il vescovo emerito Francesco Ravinale e il vescovo di Ivrea Edoardo Cerrato originario di San Marzanotto, come Mariangela Cotto.

Significativo il brano del vangelo che monsignor Prastaro ha scelto per la sua omelia: la parabola del Buon Samaritano.

“Questa parabola descrive il senso cristiano che Mariangela ha cercato di declinare nella sua vita – ha detto il vescovo -. Di fronte all’uomo che incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto, qualcuno si avvicinò e se ne andò. Il buon samaritano invece non passò oltre perché il suo interesse è il bene delle persone che incontra. Perché ha compassione. Sente dentro di sé il dolore degli altro. Mariangela è stata capace di compassione e vicinanza all’altro. E la compassione rende capaci di cercare soluzioni”.

Dall’altare il vescovo Marco ha sottolineato come Cotto sia stata una donna dalle mille azioni.

“Il samaritano nella parabola carica sulla sua cavalcatura il moribondo – ha aggiunto -. Questa frase mi colpisce perché chi è al servizio degli altri carica su di sé il dolore altrui e se lo porta addosso. Mariangela non aveva una sua famiglia, ma è stata pienamente donna e madre nel portare su di sé i problemi degli altri”.

Il vescovo precisa poi come il samaritano abbia portato l’infermo in una locanda prendendosi cura di lui. lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui”.

“Anche Mariangela si è dedicata a promuovere tante locande, tante associazioni. Perchè da soli non salviamo il mondo, è Dio che salva il mondo, ma i problemi li possiamo risolvere solo insieme”.

E come il Samaritano anche Cotto non si è arricchita “anzi ha pagato spesso di tasca sua per il bene dell’altro”, ha aggiunto mons Prastaro.

“Ci mancherà. Abbiamo bisogno di avere amministratori che continuino a mettere in pratica questa pagine del Vangelo. La vita di Mariangela ci lascia questa eredità. Mariangela era poi una fervente cattolica ed è mancata uscendo dalla messa, accompagnando un’amica alla trigesima del marito. E’ morta a braccetto di un dolore. Qui la salutiamo da cristiani nella certezza che la sua vita non è finita. Amava viaggiare e ora è arrivata alla destinazione finale, E’ arrivata in quella città perfetta dove non ci sono lacrime e non ci sono ultimi. Vivi per sempre insieme al Signore. Grazie”.

Al termine della celebrazione eucaristica hanno preso parola anche gli amati pronipoti della Cotto.

“Commossi dall’altare i giovani hanno voluto ricordare quella che per loro era semplicemente “zia”. “Avevamo già cominciato a progettare la prossima estate ragazzi insieme. A cavallo, tra le zanzare, vestiti tutti uguali. La prossima non sarà la stessa senza di te”.

Hanno poi ricordati alcuni aneddoti privati come quando in risciò al mare aveva perso una ciabatta o ancora quando si vestiva da Babbo Natale per fare sorridere tutti i suoi amati nipoti.

“Di bei ricordi ne abbiamo tanti. Per noi se stata semplicemente zia”.

Poi il feretro è stato accompagnato da un bagno di folla fuori dalla chiesa e ha proseguito per San Marzanotto dove oggi, alle 14.30 si svolgerà un’altra funzione.