“Anada da fen’, anada da nen'”, cita un antico proverbio contadino piemontese, Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti, per commentare il maltempo che ha flagellato l’Astigiano in questo ultimo fine settimana. E spiega: “Significa: “annata da fieno, annata con pochi raccolti”, nel senso che con piogge battenti e continue come quelle che hanno colpito il Piemonte in questi giorni l’unico a beneficiarne è il fieno, il resto delle coltivazioni ne patisce con danni gravissimi”. Il direttore di Confagricoltura Asti fa la conta di danneggiamenti e situazioni critiche per alcune colture che, proprio in questo periodo primaverile, attraversano fasi delicate come la semina e la difesa da malattie e parassiti. “Per quanto riguarda mais e soia il raccolto è già compromesso – sostiene Gianni Bione, vicepresidente di Confagricoltura Asti -. Chi ha seminato sta verificando, a causa della pioggia, un fenomeno crescente di asfissia radicale che conduce alla morte delle piante messe a dimora. Poi ci sono gli agricoltori, e sono tanti, che ancora non sono riusciti a seminare proprio per le condizioni meteo. La pioggia infradicia il terreno di acqua e lo rende impraticabile. I nostri dati, per mais e soia, danno una decurtazione dei raccolti tra il 15 e il 30%, ma il dato potrebbe peggiorare ancora”. Per il foraggio, a cui le piogge intense hanno dato un formidabile impulso vegetativo, le note non solo poi così positive. “Il problema in questo caso – dice Bione – è la raccolta compromessa da un terreno intriso di acqua, se non ci saranno giornate di caldo e sole. Raccogliere in questo momento, poi, sarebbe controproducente in quanto, oltre alle difficoltà di tagliare l’erba umida, il foraggio rischierebbe di essere “sporcato” da residui di terra, facendone abbassare drasticamente il valore. Bisogna sperare in giornate soleggiate”. Infine la situazione dei vigneti. “Bagnati dalle piogge intense sono a rischio di malattie e parassiti, peronospora e oidio su tutti – avverte il direttore di Confagricoltura Asti, Giaquinta -. I viticoltori non riescono a lavorare in vigna per l’impraticabilità del terreno. Inoltre i trattamenti effettuati in un periodo di tempo instabile sono poco efficaci e devo essere ripetuti, con un enorme aggravio dei costi di produzione dell’uva. E la stessa cosa vale per altre colture frutticole”. Ed è proprio il capitolo dei costi a preoccupare. “Gli agricoltori sono già al centro di sofferenze economiche pesanti – dice Giaquinta -. Vero – aggiunge – che le stesse sofferenze riguardano tutti i settori economici del Paese, tuttavia – precisa – l’agricoltura è un comparto base che dà da mangiare, e non solo in senso lato. Per questo Confagricoltura Asti auspica una radicale e sostanziale modifica dell’art. 62 che consenta alla parte agricola di tornare a commercializzare al meglio le proprie produzioni con la filiera di trasformazione e di distribuzione”.