Niente di fatto per l’Astigiano. Non è stata infatti accettata la richiesta di calamità naturale in seguito alle forti precipitazioni che si sono registrate qualche settimana fa e che hanno provocato danni in alcune zone di città e provincia. “Venerdì 16 dicembre il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato di calamità nelle province di Cuneo, Torino, Savona ed Imperia per gli eventi meteorologici del 24/25 novembre – spiega il presidente della Provincia Marco Gabusi -. Abbiamo atteso invano per tre giorni che un comunicato stampa, una telefonata o un’e-mail chiarisse il motivo per cui i territori della Provincia di Asti (e peraltro anche di Alessandria), sono stati esclusi dallo stato di calamità”. “Siamo consapevoli del fatto che l’alta Val Tanaro è stata colpita molto duramente e che sia doverosa un’attenzione prioritaria, ma riteniamo grave sottovalutare quanto accaduto nell’Astigiano. Il torrente Bormida è esondato nei Comuni di Vesime, Cessole, Loazzolo, Mombaldone, Bubbio e Monastero Bormida invadendo la viabilità principale e incidendo negativamente sul territorio già di per sé estremamente fragile e ora a rischio di nuove frane e smottamenti; il Tanaro, esondato solo nei campi, ha comunque messo a rischio la staticità di alcuni ponti per cui ora è indispensabile attivare un  monitoraggio puntuale”, continua Gabusi. Le precipitazioni e i torrenti purtroppo non si fermano e non cambiano intensità al confine provinciale; è difficile quindi immaginare come a distanza di pochi chilometri territori omogenei ottengano un diverso trattamento. Sono già molti i sindaci dell’Astigiano che si sono rivolti alla Provincia delusi e amareggiati per la notizia. “Con la medesima tenacia che hanno dimostrato in quei due giorni hanno dichiarato che non si daranno per vinti, così come i numerosi imprenditori che hanno avuto le loro attività colpite dalla calamità, ma che si sono immediatamente rimessi al lavoro. La dichiarazione di stato di calamità che esclude la Provincia di Asti suona anche per loro come un’offesa a cui si deve porre rimedio – conclude il presidente -. La Provincia sostiene le ragioni degli amministratori locali e del territorio e per questo invita i  politici locali, il presidente della Regione Chiamparino e il ministro Costa ad intervenire con urgenza per correggere questo errore grossolano”.