Nell’enciclica “Fratelli Tutti” che papa Francesco aveva pubblicato nel 2020 si parlava di fraternità da promuovere non solo a parole ma nei fatti. E non è quindi strano che l’ambulatorio, la cui inaugurazione avverrà lunedì 20 novembre alle 11 ad Asti, in via Giobert 56, porti proprio il nome “Fratelli tutti”. È una scelta che trasmette volontà di inclusione, evoca l’immagine delle braccia aperte, comunica un senso di accoglienza trasversale, di cura dei più deboli e dei più fragili.

Si tratta di un ambulatorio che si basa esclusivamente sul volontariato, in cui tutti gli operatori che vi presteranno servizio lo faranno a titolo gratuito: potremo osservare medici, infermieri, operatori sociosanitari e anche operatori “amministrativi” che offriranno la propria professionalità, oltre che il loro tempo, a chi ne ha più bisogno.

“Attualmente hanno dato disponibilità circa 25 medici di 15 specialità diverse, oltre a 60 infermieri, due dietiste, tre oss e un pool di altri volontari che verranno impiegati per accoglienza e segreteria”, spiega Tiziana Stobbione, referente della Pastorale Diocesana per la Salute.

Per accedere all’Ambulatorio Fratelli Tutti, che non eroga prestazioni di pronto soccorso, è necessario fare riferimento ai Centri di ascolto di Caritas, che segnaleranno le necessità sanitarie delle persone con Isee uguale o inferiore a 9.000 euro. “Con la Caritas la collaborazione è viva e produce frutti da molti anni e, alla richiesta di cooperare con la Pastorale della Salute per la realizzazione di questo progetto, il direttore Beppe Amico e tutti i suoi collaboratori hanno dato la loro totale disponibilità. Saranno proprio i volontari dei Centri di ascolto, che sono disseminati capillarmente in tutta la Diocesi, a fare da collettore per le richieste e a segnalare, secondo percorsi ben strutturati, le richieste di prestazioni mediche specialistiche all’ambulatorio”, aggiunge Stobbione. 

L’ambulatorio, in questa prima fase di “rodaggio”, sarà aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 11 e dalle 15.30 alle 17.30 (festività escluse).

A disposizione delle persone che vi accederanno ci saranno medici specialisti in cardiologia, Pediatria, Chirurgia Generale, Ortopedia, Malattie Infettive, Terapia Antalgica, Pneumologia, Otorinolaringoiatria, Medicina Interna, Mecicina Generale, Psichiatria, Urologia, Dietologia e Odontoiatria. Ogni medico sarà affiancato da personale infermieristico esperto e tutto ciò è realizzabile anche grazie alla collaborazione attiva fornita e favorita dagli Ordini professionali di Medici, Infermieri, Dentisti e Farmacisti della provincia di Asti.

Un’altra cooperazione importante è con la realtà che già insiste nella struttura di via Giobert, struttura che ospita Cav (Centro di Aiuto alla Vita), Cif (Centro Italiano Femminile) e consultorio F. Baggio; con il Cav, diretto dalla psicologa Silvana Alessandria e supervisionato dallo psichiatra Giuseppe Bonavolontà, si è creata, sin da subito, una importante sinergia d’intenti: “Desidero sottolineare come, oggigiorno, le medical humanities non si limitino unicamente a quanto la medicina può offrire per la guarigione fisica, ma voglio ribadire come esse siano estremamente attente a ogni forma di servizio alla salute, dalla prevenzione alla medicina di comunità, dalla psicoterapia ai percorsi di integrazione sociale, per un totale recupero della dignità di ogni essere umano. Come ambulatorio Fratelli Tutti potremo farci carico delle persone che sono assistite dal Cav e loro hanno già dato piena disponibilità nel supportarci per quanto concerne la sfera psicologica del malato”, precisa ancora Stobbione.

Anche l’Asl At, nella persona del suo direttore generale Francesco Arena è stata di fondamentale importanza per consentire la realizzazione di questo progetto, sia per quanto concerne specifici accordi di telemedicina che per la disponibilità a lasciar collaborare, gratuitamente e in regime di volontariato, il proprio personale.

L’ambulatorio Fratelli Tutti si regge, infatti, esclusivamente sul volontariato, ma non potrebbe svolgere appieno le sue funzioni se non fosse sostenuto e alimentato dalla solidarietà dei cittadini. Le strumentazioni di cui potrà disporre sono frutto di donazioni da parte di club di servizio, ma anche di alcune fondazioni diocesane e di privati. “Il gruppo di preghiera Padre Pio, per esempio, ha regalato un elettrocardiografo, già predisposto per essere connesso in rete con l’Asl, un pc e una stampante – aggiunge la referente – L’Inner Wheel, in collaborazione con l’associazione Con Te Odv e l’Astro, ci ha donato un monitor multiparametrico, la fondazione Opera Pia Telline un defibrillatore, il Rotary si è attivato per un ecografo multifunzionale. E non possiamo dimenticare anche i donatori che non vogliono essere nominati: a loro dobbiamo il frigorifero per i medicinali, il materiale monouso e la strumentazione di base come un altro pc, termometro digitale, sfigmomanometro, glucometro, saturimetro, e altro” 

Ma come si accede all’ambulatorio “Fratelli tutti”?

Abbiamo detto che non è un pronto soccorso e quindi, banalizzando, non posso presentarmi lì se ho un’urgenza medica. Per questo c’è il pronto soccorso dell’ospedale Massaia, che visita tutti, senza esclusione.

Il percorso dell’utente può essere sintetizzato come segue: coloro hanno un Isee inferiore o uguale a 9 mila euro possono presentarsi al centro di ascolto Caritas più vicino a loro; questo, che rappresenta il primo filtro, è in grado di verificare la regolarità della richiesta e indirizzare le persone all’ambulatorio Fratelli Tutti. Anche il medico di medicina generale, che ben conosce le fragilità, anche economiche, dei propri assistiti, può indirizzarli a percorrere questa opzione. Inoltre, i farmaci non mutuabili prescritti dall’ambulatorio, grazie a un protocollo d’intesa stilato con i titolari di farmacie astigiane, possono essere ritirati direttamente nelle farmacie aderenti.

Progetti come l’ambulatorio Fratelli Tutti risultano quindi non solo utili, ma necessari.

Nonostante Fratelli Tutti diventi operativo da dicembre, sono già in cantiere alcuni progetti futuri, rivolti più strettamente alla cura della persona. “La presa in carico integrale della persona, il suo inserimento e accompagnamento all’interno di un percorso terapeutico-assistenziale e di ripristino delle abilità residue, è una competenza specifica delle professioni infermieristiche, che gestiscono quotidianamente le problematiche di salute e costituiscono una figura di riferimento per la persona assistita – spiega ancora -. Proprio per garantire alla nostra utenza il mantenimento della propria dignità è in programma anche la creazione di un ambulatorio gestito unicamente da infermieri che, collaborando con podologi, parrucchieri, estetiste, ecc, possano aiutare ogni essere umano a ritrovare il sorriso e la consapevolezza di essere creato a immagine e somiglianza di Dio”.  

Perché proprio un ambulatorio di cure gratuite?

Si tratta di un’esigenza, quella delle cure e delle prestazioni sanitarie, emersa già in periodo pre- covid quando, a fronte anche delle indagini portate avanti dal Terzo Settore è emerso che, specie per le persone anziane e a basso reddito, l’accesso alle cure diventava sempre più una criticità.

“Abbiamo osservato come gli anziani spesso rinunciassero alle cure per sostenere figli disoccupati, e ci siamo trovati di fronte a molte richieste di pagamento del ticket a rate – aggiunge Stobbione -. Dopo il covid la situazione è peggiorata anche con una crisi sanitaria che coinvolge l’intero Paese, con concorsi per il personale che vanno deserti e liste di attesa che si allungano sempre di più”.

Era quindi necessario fare qualcosa e il vescovo Marco Prastaro, che sin da subito ha creduto e sostenuto il progetto, ha deciso di presentarlo a papa Francesco a maggio, nella visita di restituzione fatta in Vaticano per ringraziare il Santo Padre della venuta ad Asti il 19 e 20 novembre dello scorso anno. Il Pontefice ha subito apprezzato l’iniziativa, tanto da riprenderla e appoggiarla già nel discorso di benvenuto rivolto agli astigiani. 

Fratelli Tutti, ora, sta per aprirsi ai bisogni delle persone più disagiate: e lo fa anche con il suo logo, creato da Federico Maucci, laureando in Design e Comunicazione al Politecnico di Torino, che per ben rappresentare l’ambulatorio ha disegnato una mano che tiene dentro al palmo quattro persone circondate da un cuore, a simboleggiare un’attenzione che va al di là delle barriere, che è per tutti. Così come lo devono essere le cure.