SONY DSCSul mancato rifacimento del ponte ferroviario sul Borbore, ritenuto non sicuro per la popolazione in caso di piena, l’onorevole Massimo Fiorio interrogherà i ministri Maurizio Lupi (Infrastrutture e Trasporti) e Gianluca Galletti (Ambiente e Tutela del territorio). Il parlamentare astigiano ha fatto un sopralluogo, nei giorni scorsi, in corso Alba con il presidente Luciano Montanella e altri esponenti del Comitato Cittadini Tanaro e Borbore, dopo che l’organismo di recente aveva posto la questione della sicurezza all’Aipo di Alessandria. Quest’ultima aveva risposto di aver segnalato il problema del ponte, fin dal 2006, sia a RFI (Rete Ferroviaria Italiana) che all’Autorità di bacino del fiume Po. “E’ necessario – indica Fiorio – capire perché l’opera non è stata rifatta. Nel 2006 RFI, nell’esporre in un convegno dell’Autorità di bacino uno studio fatto con Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica dell’Università di Genova sulla capacità portante dei ponti ad arco in muratura, aveva presentato, a titolo di esempio, l’adeguamento del collegamento sul Borbore, prevedendone la demolizione con successiva ricostruzione. L’intervento prevedeva la realizzazione di un’opera con due sole pile nell’alveo del torrente e pianificava lo spostamento del transito dei treni, durante i lavori, sulla linea Asti-Chivasso, oggi peraltro chiusa. La necessità di rifare il ponte era dunque già allora un dato di fatto”. Attraverso l’interrogazione il deputato Pd intende appurare “se, nel frattempo, sia stato fatto un eventuale progetto di modifica o di rifacimento del ponte con relativa stima dei costi” e “nel caso in cui il piano sia stato definito, quali passi sono stati compiuti per la ricerca dei finanziamenti e l’inserimento dell’opera nella programmazione dei lavori”. Fiorio vuole anche sapere “quali misure, a partire dal 2006, RFI e Autorità di bacino hanno adottato per mettere in sicurezza il bacino del Borbore”. “In particolare – indica il parlamentare astigiano – chiederò ai ministri Lupi e Galletti di riferire se è stata fatta un’analisi puntuale dell’impatto del ponte in condizione di piena tenendo presenti due aspetti fondamentali. Il primo: la presenza dei piloni nell’alveo e la loro posizione trasversale rispetto alla linea di scorrimento delle acque potrebbero determinare un effetto diga. Il secondo: l’area a monte del ponte in questi anni è stata notevolmente urbanizzata, cioè sono nate nuove abitazioni. Possiamo considerarle protette grazie alla presenza dell’argine costruito dopo il 1994 o il mancato rifacimento del ponte basta di per sé a costituire un problema reale per la sicurezza della città?”. Il sopralluogo dei giorni scorsi è servito intanto ad accertare un altro problema: “La perdurante assenza della manutenzione ordinaria – sottolinea Fiorio – ha consentito una rigogliosa crescita di piante nell’alveo: problema che si riscontra a cavallo del ponte stradale di corso Alba, a poca distanza da quello ferroviario. In caso di piena la vegetazione sradicata potrebbe andare a ostruire le arcate. E’ evidente che la ripulitura del letto del torrente si pone già oggi come un intervento non più rinviabile”.