Viene presentato come uno strumento di “selezione” o “contenimento” ma per Confagricoltura Asti e il mondo che rappresenta la definizione è una sola: puro istinto di sopravvivenza. Stiamo parlando della caccia, in particolare a caprioli e cinghiali, un tema soventemente affrontato con posizioni aprioristiche e quindi senza la necessaria apertura per apprezzarne il contributo sociale. Nel mentre i cinghiali fanno “shopping” alle porte della nostra città: dopo gli ultimi avvistamenti degli ungulati in località Valmanera, in prossimità della Certosa, la Provincia di Asti ha deciso di procedere con una battuta di caccia straordinaria per garantire la sicurezza dei residenti. “Confagricoltura Asti si è sempre schierata a favore della caccia come soluzione al riequilibrio ambientale – puntualizza Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti – Bisogna affrontare il problema con azioni concrete e meno ipocrisia, cacciatori e agricoltori sono spesso lasciati soli ad affrontare un urgente problema sociale che riguarda la comunità, nessuno escluso”. Spostiamo allora il separé che nasconde la realtà dei fatti: in un decennio (dal 2002 al 2013) in Piemonte sono stati spesi circa 6 milioni di euro per rimborsare i danni provocati dai cinghiali. Il bollettino di una guerra che, senza azioni di forza, rischia di essere persa in partenza: la popolazione di cinghiali (Sus scrofa) è stimata intorno a 1.000.000 di esemplari in tutta Italia e i loro unici predatori in natura sono i lupi, il cui numero è ormai sceso a circa 1000 unità. Puntereste mai a vincere una scommessa data 1000 a 1? Confagricoltura Asti è convinta di no ma queste sono le proporzioni, qui gli unici a “giocarsi” il proprio futuro sono gli imprenditori del mondo agricolo con l’intera filiera che rappresentano, dai campi fino agli scaffali dei negozi. Le più recenti stime fornite da Antonello Murgia (presidente At1 Nord Tanaro) e pubblicate su La Nuova Provincia di Asti parlano di circa 50 mila euro di risarcimento danni per quest’anno nell’Astigiano, circa la metà rispetto alle richieste di quattro anni fa. Un segnale incoraggiante ma da non sopravvalutare: “Il trend è dato in ribasso – prosegue Giaquinta – ma la situazione economica del mondo agricolo è andata via via peggiorando e dalla Regione sono giunti provvedimenti in controtendenza con i diritti degli agricoltori”. Il riferimento è alla recente approvazione della delibera regionale sul risarcimento dei danni da selvaggina in regime “de minimis”, che fissa un tetto di 15 mila euro nell’arco di un triennio per i finanziamenti concessi ad ogni singola azienda. Più che un risarcimento danni si tratterebbe di “un’elemosina istituzionalizzata”, impugnata da Confagricoltura Piemonte davanti al Tar che presto dovrà esprimersi in materia. Per approfondire l’argomento rimborsi Confagricoltura Asti invita a contattare i propri uffici tecnici. “Nutrire il pianeta”? Aiutateci prima a difendere i raccolti e chi ci lavora.