Il dato che emerge esaminando i numeri del primo trimestre 2020 è incoraggiante. Le Startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese italiane sono aumentate del 3% rispetto alle rilevazioni dello scorso dicembre. L’istantanea è stata scattata dal MiSE in collaborazione e con il supporto di Unioncamere e InfoCamere, a conferma di un trend positivo già avviato nel 2019 e che resiste all’impatto del coronavirus sull’economia nazionale. Il riferimento è ai report di monitoraggio trimestrali che consentono di interpretare il comportamento economico delle PMI innovative. Ed è proprio dal rapporto periodico più recente che si evince il dato relativo a gennaio-marzo 2020, periodo in cui 324 nuove unità hanno visto la luce, andandosi ad aggiungere alle 10882 già esistenti al termine del quarto trimestre del 2019.

Il progressivo incremento può essere in parte giustificato dal fatto che, oggi, avviare una startup è decisamente più semplice e agevole che in passato. Gli imprenditori innovativi possono infatti beneficiare da un lato di un procedimento di registrazione ormai completamente digitalizzato e, dall’altro, accedere a bandi per il conseguimento di finanziamenti a fondo perduto affidandosi alla consulenza e alle guide aggiornate pubblicate da realtà come Contributi PMI.

Per esempio, se rimaniamo in tema di sostegno alla capacità innovativa delle micro, piccole e medie imprese, una soluzione interessante è il Bando Brevetti +. Proposto dal MiSE lo scorso dicembre, si tratta di un intervento complessivo da 21,8 milioni di euro. In questo caso, le startup in possesso di brevetto o di domanda di brevetto, ma anche quelle nate come spin-off accademici della ricerca possono candidarsi per ottenere un prestito senza obbligo di restituzione, con un tetto massimo di 140mila euro. Le imprese candidate e successivamente ammesse accederebbero così a un finanziamento con cui introdurre servizi innovativi specializzati all’interno dei propri processi aziendali, come soluzioni di ingegnerizzazione e di gestione dei sistemi informatici.

Ma vediamo, entrando più nello specifico, quali sono i requisiti necessari a una microimpresa per acquisire lo status di startup innovativa e, di conseguenza, il diritto di iscriversi alla sezione dedicata del Registro delle Imprese. Conta come prima cosa la localizzazione geografica della società, che deve avere sede in Italia o in uno dei Paesi membri dell’Unione Europea. In secondo luogo, sono ritenute valide soltanto le domande presentate da società di capitali, anche in forma cooperativa, con la sostanziale esclusione di tutte le altre forme giuridiche. È altrettanto importante che l’attività principale dell’impresa sia finalizzata a progetti di ricerca e sviluppo, alla produzione di servizi innovativi e alla gestione di brevetti e licenze.
Infine, un ruolo di rilievo spetta alla tipologia di collaboratori e dipendenti. Per essere riconosciuta come innovativa, una Startup deve impiegare accademici o dottorandi per almeno un terzo del proprio organico. La durata dell’iscrizione avrà comunque un tempo limitato; qualora non fosse più in possesso dei requisiti citati la società perderebbe lo status conseguito in precedenza.
Nel contesto socio-economico attuale, sempre più orientato al progresso tecnologico, gli imprenditori innovativi devono saper incarnare i principi propri di una tipologia d’impresa dinamica e al passo coi tempi. Quello della crescita del numero di registrazioni nell’ultimo trimestre è un trend positivo che lascia ben sperare.