Accesso ai sottoscala murati e sgombero dei garage. Questa mattina è scattato un blitz interforze nella palazzina di corso Casale teatro la scorsa settimana di un presunto stupro. Una vicenda balzata agli onori delle cronache nazionali: una ragazza di 30 anni, con alle spalle un passato difficile, ha raccontato di essere stata sequestrata nel suo appartamento da una vecchia conoscenza e un altro tunisino. Poi sarebbe stata portata in una cantina trasformata in alloggio alla periferia est di Asti dove si sarebbe consumata la violenza. Una ricostruzione che contrasta con la versione fornita dagli arrestati. La notizia è comunque stata ripresa anche a livello nazionale, scatenando anche le reazioni del sindacato di polizia Ugl. Oggi il blitz del condominio ai civici 132 e 126. Le forze dell’ordine hanno censito tutte le famiglie che vivono nei 20 alloggi, suddivisi in due scale, della palazzina in mattoni rossi oggi di proprietà di un’immobiliare sarda. Durante l’operazione sono state sgomberate le cantine e i fondi in cui passano la notte e vivono numerosi stranieri, molti dei quali clandestini. Sono state portate vie numerose stufette, ma anche materassi, mobilio e immondizia. Rimosse dai proprietari e dalla forza pubblica anche diverse auto (alcune già sottoposte a fermo amministrativo) parcheggiate nel garage. Tre i soggetti portati in questura per accertamenti fra cui il tunisino arrestato e poi rimesso in libertà con l’obbligo di firmo  per la vicenda del sequestro di persona  e dello stupro.

Foto di Roberto Signorini