unnamedAsti ha ritrovato un amico. Spesso taciturno, mansueto, ma con un seme di violenza pronto a   scatenarsi quando si sente bistrattato e sfruttato: il fiume Tanaro. La fiaccolata di sabato ha suggellato questa rinnovata armonia. Tanti, almeno 200, gli astigiani   che si sono ritrovati nel piazzale della chiesa del borgo Tanaro (piazzetta Volontari Alluvione 1994)   per partecipare all’ultimo evento commemorativo a vent’anni dall’Alluvione.   Un esercito di uomini e donne “armato” di una semplice candela con un paravento in carta,   un fiume di volti seri e composti capeggiato da una fitta rappresentanza di Autorità cittadine,   Bersaglieri, Carabinieri e Alpini, gli eroi di quei terribili giorni (e non solo), che a suon di musica   hanno accompagnato la marcia.  Il corteo si è districato lungo i luoghi simbolo di quei giorni di fango: percorso il primo tratto di   corso Savona, ha costeggiato la stazione ferroviaria e l’adiacente piazza Campo del Palio per poi   dirigersi verso il centro storico cittadino, segnato duramente dal disastro: via Cavour, via Brofferio   e poi a passo lento verso l’ultima tappa, piazza san Secondo.  Lì, ai piedi del Municipio, era stato nel frattempo allestito un piccolo palco dove il sindaco di Asti,   Fabrizio Brignolo, e il presidente della sezione di Asti degli Alpini, Adriano Blengio, hanno tenuto   un breve discorso di chiusura.  “L’alluvione è un ricordo indelebile nella memoria degli astigiani – ha ricordato Brignolo –   quell’odore di fango misto a gasolio non si può dimenticare. Ma non si può nemmeno dimenticare   il volto amico degli Alpini, che in quei giorni hanno dato la mano più grande per uscire   dall’emergenza”.  Le penne nere, dal canto loro, hanno voluto commemorare l’alluvione nel modo più concreto   possibile: lavorando. La fiaccolata notturna, infatti, ha concluso una giornata interamente dedicata   alla pulizia del parco “Boschetto”. Il concomitante maltempo che ha investito gran parte del Nord   Italia non ha permesso una presenza ancora più nutrita nelle operazioni; volontari della Protezione   Civile e Alpini, che sarebbero dovuti giungere dalle sezioni piemontesi, valdostane e liguri, sono   stati infatti impegnati nel massiccio lavoro di prevenzione e intervento lungo i propri corsi d’acqua. Brignolo ha quindi sottolineato che negli ultimi 20 anni è cresciuta una nuova coscienza sul rischio   idrogeologico, fattore mancante – e fatalmente decisivo – nell’alluvione del 5 e 6 novembre 1994.  “Nel 1994 mancava il complesso sistema di monitoraggio e allerta di cui ora possiamo avvalerci   – ha proseguito il primo cittadino – e questi vent’anni sono inoltre serviti per portare a termine   importanti lavori di messa in sicurezza delle infrastrutture. Oggi i ponti di Asti sono stati quasi tutti   ristrutturati e molto si è fatto anche nel rafforzamento degli argini”. Brignolo ha quindi ringraziato,   oltre alle forze armate e i volontari, anche i colleghi sindaci di Alba, Rocchetta Tanaro e Boves,   presenti in piazza.  Blengio ha infine concluso la serata ricordando che Asti sarà nuovamente teatro, nel 2016,   dell’adunata nazionale degli Alpini, un evento di straordinaria vitalità che nella nostra città mancava   dal 1995. Di quei giorni si ricorda ancora il rinnovato spirito civico e il senso di fratellanza che   accomunava le penne nere e il popolo, tasselli che Blengio mira a riconfermare, e se possibile   rafforzare, anche nel prossimo evento. “Nei giovani deve tornare il senso civico di appartenenza alla Patria – ha indicato Blengio – e   l’adunata sarà certamente un momento fondamentale per riaffermare questi valori”. Oggi, come   allora, fratelli d’Italia, come recita l’inno nazionale suonato in piazza prima che si abbassassero i   riflettori su una serata da non dimenticare. Fabio Ruffinengo