E’ entrato nella storia il Palio di Asti “ordinario” datato 2025. Con una finale con protagonisti i migliori cavalli e fantini del panorama nazionale della monta a pelo a esultare è stato il borgo Don Bosco. A regalare il sospirato drappo cremisi è stato il fantino per eccellenza Giovanni Atzeni detto Tittia su Anacleto. Con “freddezza” e abilità ha persino “soffiato” la mossa a Andrea Calamassi, che già nelle batterie lasciava il libero passo a rincorse, e in finale completava la sua linea proprio con Tittia che dall’ultima posizione larga si infilava in prima vicino allo steccato. In pratica riusciva con molto talento a “comandare” partenza e gara. Giù il cappello. Aldilà delle 11 vittorie di Siena e quattro di Asti, un grande professionista che già in Sardegna nella prima corsa a 12 anni sul cavallo “Vento del Nord” ha lavorato per esserlo. 

Una corsa a senso unico. Partenza e arrivo davanti a tutti.

“Questa volta sì. Ero convintissimo di Anacleto, un cavallo in cui credevo. Purtroppo lo scorso anno si era procurato un graffio sotto uno zoccolo e non aveva potuto correre. Domenica pomeriggio era in forma smagliante. E’ un cavallo molto forte. L’ho visto nascere, crescere e portarmi alla vittoria. Ha potenzialità per vincere qualsiasi gara in Italia: bravo al canapo, veloce in partenza e con tanta resistenza”.

Dopo molti anni di tentativi è riuscito finalmente a portare il drappo a Don Bosco. E’ stata una felicità più intensa?

“Sì. Amo i rapporti lunghi ma non si vinceva da troppo e il borgo non se lo meritava. Devo dire la verità: in inverno avevo quasi voglia di tirarmi indietro perché non vedevo la luce. I borghigiani sono stati bravi a continuare a spronarmi e a credere in me. Abbiamo lavorato tanti mesi a capo basso e finalmente è arrivata questa grande vittoria. Il merito va a tutti loro che si sono sempre comportati bene creando rispetto verso il sottoscritto e gli altri comitati Palio. Anche così siamo riusciti nell’intento”.

Questa vittoria può ripagare del lungo periodo non fortunato del Don Bosco?

“Sicuro. Si dice meglio tardi che mai. Questo Palio ha un sapore ancora più forte perché più sofferto, creato, non arrivato per caso”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 12 settembre 2025

Giuseppe Pio