Per chi, come me, ha avuto il privilegio di seguire i corsi dell’Arcoscenico, diretto da Ileana Spalla e Sergio Danzi, la notizia dello sfratto da parte del Comune dalla loro sede in via Scarampi giustifica da lavori di messa in sicurezza antisima è stato un vero colpo al cuore.
Anche in questa circostanza Ileana e Sergio hanno dimostrato tutta la loro serenità e la volontà di evitare polemiche, preferendo instaurare un dialogo costruttivo con le istituzioni, testimonianza del loro profondo amore per il lavoro che svolgono da anni. Dalla loro voce il racconto di cosa è realmente accaduto e quali siano le prospettive future.
Potete raccontare un po’ la storia della Casa del Teatro 3 fino allo sfratto?
“La Casa del Teatro 3 è stata inaugurata nel 2011 dopo alcuni anni di attività iniziati subito dopo la chiusura del Centro Giovani dove avevamo iniziato a proporre i nostri corsi. Nonostante l’impegno economico fosse considerevole, abbiamo ritenuto fondamentale avere uno spazio tutto nostro, che ci ha permesso di organizzare non solo corsi, ma anche rassegne e il Concorso Nazionale Attori Doc–Premio Luigi Vannucchi. In cinque edizioni il concorso ha visto la partecipazione di attori emergenti e di figure conosciute in giuria come Glauco Mauri, Pamela Villoresi, Pino Strabioli, Massimo Poggio e Bruno Armando, tutti invitati dalla figlia Sabina Vannucchi che ci ha supportato con passione in memoria del padre.
La nostra attività è sempre stata una sfida: abbiamo superato ostacoli e difficoltà, incluso il covid che ci ha costretto a due anni di chiusura. Dal 2023 ci siamo rimessi in moto, consapevoli che il contratto d’affitto scadeva il 31 dicembre 2025, e abbiamo richiesto di recuperare i due anni di inattività poiché il settore teatrale ha subito gravi perdite in quel periodo: teatri e scuole chiusi, spettacoli ridotti al 30% della capienza. All’inizio sembrava non ci fossero problemi ma poi è emerso il progetto del 2019 che prevede la demolizione dell’edificio, lasciandoci di fronte a una difficile realtà”.
Avete pensato di mollare tutto?
“Per adesso non è nostra intenzione mollare, ma vedremo come si evolverà la situazione. In realtà io (confida Ileana, ndr) ero abbastanza convinta di mollare tutto, anche se a questa età non saprei bene cosa fare e come ricollocarmi. Penso che di battaglie ne ho fatte abbastanza e adesso ‘sono un po’ stanchina’ per dirla alla Forrest Gump. Invece Sergio non vuole cedere: ‘Io vado avanti, non mi arrendo, non è giusto! Voglio vedere come va a finire’, dice con fermezza. La nostra proverbiale tenacia, determinazione e passione per questo lavoro sta prevalendo sulla delusione, l’amarezza e lo sconforto iniziale”.
La solidarietà dei vostri allievi e delle persone comuni vi ha dato conforto? Ve l’aspettavate?
“Le persone, gli allievi che hanno fatto partire qualunque cosa per sostenerci, le lettere dei ragazzi delle scuole, anche dalle elementari, sono state una qualcosa di fantastico, il riscontro di più di vent’anni trascorsi insieme, alcuni nel frattempo hanno dato vita a proprie compagnie amatoriali, chi non vive più ad Asti si fa comunque sentire e in questo periodo si sono mossi tutti. La loro richiesta è: ‘Diteci di cosa avete bisogno e noi ci siamo!'”
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 4 luglio 2025
Massimo Allario