lucia guglielminetti - gazzetta d'astiE’ quasi Halloween e anche Asti ha un suo vampiro: Raistan Van Hoeck, nato in Olanda sul finire del 1600, è stato infatti partorito dalla penna di Lucia Guglielminetti, 44 anni,  insegnante, madre di tre figli. Dopo “RVH Ascesa alle Tenebre – Libro primo” nel 2012, quest’anno l’editore Marlin propone “Sette giorni per i lupi”, seconda avventura a firma della professoressa astigiana. Un racconto, poi il primo libro e adesso il secondo: i vampiri stanno diventando una compagnia stabile. Come mai questa tematica? Da dove nasce questa passione? “Sin dall’adolescenza, i vampiri sono sempre stati una mia passione. Il mio primo “amore vampirico” è stato il Barlow de “Le notti di Salem” di Stephen King, un cattivo che di romantico non aveva nulla, ma che mi aveva comunque affascinata per il suo potere e la sua alterità rispetto agli umani. Pochi anni dopo è stato il Dracula di Coppola a farmi innamorare. Ho sempre colto la solitudine e la tristezza di fondo di personaggi di questo genere, che è la cosa che mi attrae di più e che mi fa tifare per loro. Anche nel mio Raistan è presente questa tematica, sin dal primo racconto in cui si è manifestato, anche se lui in fondo è felice di essere quello che è”.   Come descriverebbe il suo personaggio principale, Raistan Van Hoeck? “Raistan è sicuramente un personaggio molto complesso, lontano anni luce dai vampiri repressi e pieni di sensi di colpa che vanno di moda in questi ultimi anni e che non amo per niente. Gode appieno della sua natura di predatore, ma nello stesso tempo patisce la solitudine  che che lo perseguita fin da quando era un bambino umano,  quasi come una maledizione. E’ convinto di non meritare l’affetto di nessuno, ma se qualcuno gliene dimostra è capace di dare tutto se stesso. E’ brutalmente sincero, leale, coraggioso fino a rasentare l’incoscienza, animato da un umorismo crudele che a tratti traspare dalle pagine, ma anche egoista, egocentrico, maschilista e capace di atti di crudeltà a volte immotivati, che nella narrazione non nasconde e non cerca di giustificare in nessun modo. Ha anche un discreta tendenza all’autodistruzione e un notevole successo con le donne, che percepiscono la sua aura di pericolo e ne sono irresistibilmente attratte. Credo che questo mix di pregi e difetti sia la cosa che attira maggiormente i lettori e li fa appassionare alla storia: è molto imprevedibile, non si sa mai che cosa farà, e se lo odi in un capitolo, è probabile che ti verrà voglia di abbracciarlo e di proteggerlo nel capitolo successivo. Insomma, è autentico e imperfetto”.   Ha già in mente il prossimo episodio della saga? “Il terzo capitolo della saga è già scritto, così come il quarto, e non escludo che ne potrebbe arrivare anche un quinto. Per quanto riguarda il numero tre, devo dire che è il mio preferito, anche se è il più cupo e “cattivo” dei quattro. Scriverlo è stato molto intenso da un punto di vista emotivo, e sono certa che lo sarà anche per i lettori, che finiranno davvero all’inferno con Raistan… e non è detto che ne escano”. Appuntammento astigiano per la presentazione del libro il 15 novembre alle 21 all’Atelier Bàmbu in via Sella 8. Il testo integrale dell’intervista sarà disponibile sulla Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 1 novembre 2013. MN