Cento anni fa nasceva Davide Lajolo, partigiano, uomo politico, giornalista, scrittore. L’Associazione culturale che porta il suo nome organizza nel corso del 2012 il Davide Lajolo 100 anni. «L’iniziativa – spiega Laurana Lajolo, presidente dell’Associazione Davide Lajolo e figlia dell’autore – non vuole essere una celebrazione, ma la riproposizione della curiosità culturale, della passione politica, dell’amore per l’arte, del mestiere di giornalista, dell’appartenenza poetica alle colline monferrine di una personalità che ha intrecciato la sua biografia con la grande storia».
In programma: convegni a Torino (4 ottobre sul mestiere del giornalista), Roma (11 ottobre incontro alla Camera dei Deputati, in ricordo dell’attività parlamentare), Nizza (10 novembre su Lajolo giornalista e scrittore) e Milano (16 novembre su socialismo e democrazia); spettacoli teatrali in prima assoluta ad Asti (festival Astiteatro, monologo tratto da Veder l’erba dalla parte delle radici, Premio Viareggio per la letteratura 1977) e a Santo Stefano Belbo (8 settembre, messa in scena de Il vizio assurdo di Diego Fabbri e Davide Lajolo); passeggiate lungo gli Itinerari letterari di Davide Lajolo a Vinchio (26 maggio, 7 luglio e 25 agosto); una mostra fotografica a Vinchio e a Nizza (Il palpito della terra): mostre d’arte a Costigliole (30 giugno) e ad Alessandria presso  Palazzo Monferrato (9 ottobre), coinvolgendo tutti i luoghi in cui Davide Lajolo ha operato. A luglio una grande festa di compleanno a Vinchio, Sono nato nel tempo del grano biondo. Buon compleanno Davide, con poesie in concerto e degustazione di prodotti d’eccellenza del territorio. La riedizione di Veder l’erba dalla parte delle radici si aggiunge alle ristampe e alle pubblicazioni curate dall’Associazione negli anni scorsi. Per il dettaglio del programma. www.davidelajolo.it.

«Vinchio è il mio nido, vi sono nato nel tempo del grano biondo», così Davide Lajolo parla delle sue origini nel paese del Monferrato, dove è nato il 29 luglio 1912. Di quel paese, dove ha trascorso l’infanzia, è sempre stato innamorato e ne ha scritto nei suoi libri autobiografici Classe 1912 (1945), Il Voltagabbana (1963), Veder l’erba dalla parte delle radici (Premio Viareggio per la Letteratura 1977), Ventiquattro anni. Diario di un uomo fortunato (1981). Alla sua gente ritorna con i racconti di Come e perché (1968) I Mè (1977), e Il merlo di campagna e il merlo di città (1983).
La vita di Lajolo si svolge però nel mondo, attraversa le guerre di Spagna, Grecia, Jugoslavia e si arricchisce di coscienza civile e politica nella Resistenza combattuta nelle sue colline con il nome di battaglia Ulisse. Dopo la Liberazione è caporedattore dell’edizione torinese dell’Unità (1945-1947) e poi il direttore dell’Unità di Milano (1948-1958). È il primo giornalista occidentale a intervistare nel 1956, durante un viaggio in Cina, Mao Tse Tung e Ciu En Lai. Diventa amico di Picasso, Quasimodo, Eluard, Sartre, Guttuso, Mazzacurati, Calabria, Bodini Montale, Pasolini, Rosi, Visconti, Ungaretti, Malaparte, Neruda e molti altri. Vive anche l’esperienza parlamentare (1958-1972). Dopo il 1972 si dedica soprattutto alla scrittura. Già nel 1960 scrive la prima biografia di Cesare Pavese, di cui era amico, Il vizio assurdo, che diventa un caso letterario con molte traduzioni all’estero. Nel 1974 con il drammaturgo Diego Fabbri traspone la biografia in un testo teatrale con lo stesso titolo. Nel 1978 ricostruisce la prima biografia dello scrittore di Alba Fenoglio. Un guerriero di Cromwell sulle colline delle Langhe.
Scrive I Rossi (1974) su socialismo e democrazia, Finestre aperte a Botteghe Oscure (1975), Il volto umano di un rivoluzionario. La straordinaria avventura di Giuseppe Di Vittorio (1979). Chiude la sua attività rivolgendo un omaggio ai pittori che ha frequentato in Gli uomini dell’arcobaleno (1984) e riordina la sua raccolta di poesie, pubblicate vent’anni dopo, Quadrati di fatica (2004).