C’è chi ha domande e c’è chi ha risposte. Chi progredisce chiedendo e chi cerca evidenze e certezze per quietare i propri dubbi. Nel sistema complesso di una città che si interroga – a cavallo di estrazioni sociali, generazioni, professioni, credo religiosi – il Cortile dei Dubbiosi accompagna quest’anno in modo inedito il cammino verso l’evento culminante del 30 aprile. Giunta alla sua quarta edizione, l’iniziativa di invito al dialogo che il Progetto culturale della diocesi di Asti apre alla città per favorire partecipazione e libertà di confronto, stimola infatti un dialogo crossmediale sulle pagine del giornale diocesano Gazzetta d’Asti, quelle del sito internet del settimanale gazzettadasti.it e le pagine ufficiali dei social network (hashtag #CortileDeiDubbiosi) Diversi strumenti per dare a giovani, adulti, laici, religiosi, studenti, lavoratori, pensionati le stesse possibilità di discussione sui grandi temi dell’attualità. Fedra Maria Besso scrive: “L’ uomo vitruviano ha le braccia spalancate  e questo indica che è la misura dell’universo, in armonia con il creato. L’umanesimo ė la presa di coscienza della dignità e della forza della mente umana,che viene posta al centro. Il simbolo del nuovo umanesimo potrebbe essere un nuovo uomo vitruviano, con  le braccia  spalancate a indicare la volontà di accogliere ponendo al centro dell’esperienza umana la propria dignità nel rapporto solidale e accogliente con l’altro. Mi viene in mente il cardinal Federigo, che non solo non rifiuta nessuno, nemmeno i bambinetti moccicosi, ma anzi accoglie a braccia aperte  l’innominato, l’ultimo degli uomini ,un assassino, un pericolo pubblico. E con la sua misericordia spalanca per lui la porta della salvezza. Abbiamo un grande bisogno di cultura, disponibilità e apertura, in un momento in cui si innalzano muri da tutte le parti e sembra non esserci po’ alcun interesse per chi si trova in difficoltà”