Nel 2012 il numero delle imprese femminili registrate presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi risulta pari a 111.381 unità, per un tasso di crescita su base annua del -0,27%. La fase recessiva iniziata a partire dalla fine del 2011 e protrattasi per tutto il 2012, come accaduto per il sistema imprenditoriale nel suo complesso, ha messo a dura prova anche la base imprenditoriale femminile piemontese. Ciononostante, le imprese femminili piemontesi continuano a mantenere stabile la loro quota sul totale delle imprese registrate, pari al 24,1% nel 2012, incidenza lievemente superiore rispetto a quella nazionale (23,5%). Delle 111.381 imprese femminili, 8.108 sono straniere(in aumento rispetto all’anno precedente) e 12.585 “under 35”(in diminuzione rispetto al 2011). “La sostanziale tenuta delle imprese femminili di fronte a questa crisi – ha detto Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte – dimostra che le donne sanno affrontare con straordinaria energia anche le difficoltà maggiori. Di certo portano con sé una determinazione, un bagaglio di competenze e stili imprenditoriali differenti rispetto agli uomini. Purtroppo sono ancora molti gli ostacoli che limitano le donne nell’esprimere appieno la propria creatività e professionalità nel mondo del lavoro, anche se il loro contributo si fa sentire da sempre nelle tante imprese familiari che caratterizzano il nostro tessuto produttivo. Credo che l’agenda del nuovo governo dovrà porre una grande attenzione a tutti quegli strumenti, innanzitutto di welfare ma anche di tipo finanziario, che possono sempre di più spingere le donne a fare impresa. Il sistema camerale nazionale e regionale ha investito da oltre dieci anni in questa direzione e continuerà a farlo, rafforzando i Comitati per l’imprenditoria femminile presenti e attivi sul territorio all’interno di ogni Camere di commercio”. A livello strutturale, le imprese femminili, come avviene per le imprese totali registrate, si costituiscono prevalentemente sotto forma di imprese individuali (61,7%) e di società di persone (27,8%), mentre soltanto il 9,0% predilige la forma delle società di capitale (quota in lieve aumento rispetto a quella registrata a fine dicembre 2011, quando era pari all’8,8%) e l’1,5% quella delle altre forme (classe di natura giuridica in cui sono comprese le cooperative e i consorzi). Dall’analisi della dinamica rispetto a fine dicembre 2011, si evidenzia la buona performance realizzata dalle società di capitale (+1,21%) e dalle altre forme (+2,60%); mentre risulta negativa la dinamica delle società di persone (-0,06%) e delle imprese individuali (-0,65%). Valutando le variazioni annuali dello stock di imprese femminili registrate per settore di attività economica si osserva come il comparto del turismo abbia registrato la variazione percentuale positiva più consistente (+2,26%), seguito dalle costruzioni (+1,01%) e dagli altri servizi (+0,33), mentre sono negative le variazioni rilevate dall’agricoltura (-2,96%), dal commercio (-1,59%) e dall’industria in senso stretto (-1,42%). A livello territoriale emerge come le imprese femminili si distribuiscano in modo sostanzialmente omogeneo nelle province piemontesi: risulta, infatti, ridotta la differenza che intercorre tra Biella e Alessandria, vale a dire le province in cui si concentrano, rispettivamente, la minore e la maggiore incidenza di imprese femminili sul totale imprese registrate.