buoninconti lascia il tribunale di AstiE’ terminata dopo oltre sei ore la seconda udienza del processo a carico di Michele Buoninconti, il vigile del fuoco accusato dell’omicidio  della moglie Elena Ceste. Un processo con rito abbreviato condizionato all’esame da parte del giudice Roberto Amerio (pm Laura Deodato) di alcune consulenze. Questa mattina nell’aula 1 del tribunale di Asti c’è stato proprio il confronto fra i consulenti prodotti dalla difesa e dalla procura. Tre i versanti presi in considerazione: quello geologico (consulenze cioè sul fango rinvenuto sugli abiti e comparato con quello del Rio Mersa dove è stato recuperato il corpo della vittima oltre 10 mesi dopo la sua scomparsa), quello anatopotologico e quello informatico (una consulenza sulle celle telefoniche, ma anche sull’analisi dei cellulari e dei computer). Su questo aspetto non c’è stato confronto fra le parti in quanto già nella precedente udienza il giudice aveva deciso di non chiamare in aula il consulente della difesa rappresentata dai legali Chiara Girola e Massimo Tortoroglio, scegliendo di ascoltare soltanto l’informatico Giuseppe Dezzani, consulente della procura. In aula anche i genitori di Elena Ceste che si sono costituiti parte civile con gli avvocati Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia e l’imputato Michele Buoninconti. Ad aprire l’udienza il confronto fra Rosa Di Maggio, consulente della difesa, e Andrea Pavan della procura, entrambi geologi. In analisi le tracce fango contenente fosforo e zinco repertate dagli inquirenti al momento dei rilievi. Per l’accusa proverebbero che Buoninconti sarebbe stato nei pressi del Rio Mersa, per la difesa invece gli elementi sarebbero troppo esigui da costituire una prova. Si è poi passati al confronto sulle consulenze medico legali che hanno messo di fronte le due tesi, morte per soffocamento, quella dell’accusa, e morte per assideramento per la difesa. Anche questa volta si sono confrontati i consulenti Ursula Franco, medico con master in criminologia, Roberto Testi, medico legale incaricato dalla famiglia, e Francesco Romanazzi e Maria Gugliuzza i medici legali che hanno eseguito l’esame autoptico sui resti di Elena Ceste. Infine il giudice ha ascoltato Giuseppe Dezzani, l’informatico che dall’ottobre scorso (poco prima del rinvenimento del corpo) ha collaborato con gli inquirenti, analizzando il cellulare di Elena, quello di Michele, il computer di famiglia e le celle telefoniche agganciate da Buoninconti la mattina del 24 gennaio 2014, giorno in cui la donna scomparve e giorno in cui probabilmente morì (il suo corpo è stato però trovato solo 10 mesi dopo nel rio  Mersa, a pochi passi dalla casa di Costigliole dove i coniugi Buoninconti vivevano assieme ai quattro figli oggi affidati ai nonni materni). Dopo lunghe ore di udienza il giudice Amerio ha fissato il calendario dei prossimi incontri: il 23 settembre parleranno le parti civili e la pubblica accusa, mentre il 7 ottobre sarà la volta della difesa. La sentenza potrebbe arrivare già alla fine di ottobre. Soddisfazione espressa dalla parte civile: “Siamo contenti per come sono andate le cose oggi in aula, ogni residuo dubbio è stato fugato” hanno commentato gli avvocati Abate Zaro e Tabbia. Un po’ di amarezza trapela invece dalle parole dei difensori di Buoninconti, gli avvocati Tortoroglio e Girola. “Per amore di verità il giudice avrebbe potuto almeno ammettere in aula l’ingenere Reale, nostro consulente informatico. Ci avrebbe permesso di comprendere meglio le dichiarazioni del consulente della procura Dezzani e di ribattere e porre domande in modo più specifico”.