“Identità Future” è il nome di un ambizioso progetto di recupero e valorizzazione della cultura locale a cui si sta lavorando da due anni a Calosso, piccolo paese tra Langhe e Monferrato: un lavoro silenzioso e paziente, aperto ai contributi della popolazione locale e svolto su iniziativa dell’amministrazione comunale, con la Pro Loco e l’associazione Amici di Calosso e coordinato da un comitato scientifico di cui fanno parte l’antropologo Piercarlo Grimaldi, il sociologo Enrico Ercole, Salvatore Leto, già direttore del Teatro Alfieri di Asti, gli artisti Giorgio Conte e Giancarlo Ferraris, Adriano Da Re, già segretario generale della Fondazione Torino Musei e Mauro Ferro.

Al sindaco di Calosso, Pierfrancesco Migliardi, abbiamo chiesto qualche anticipazione sul progetto.

Qual è il fulcro di “Identità Future”?

“Il fulcro tangibile del nostro progetto è la ristrutturazione dell’edificio di culto della Chiesa Evangelica prospiciente la piazza principale del paese: sul nostro territorio c’è stata anche, testimonianza di convivenza e integrazione, la presenza attiva di una Comunità Evangelica, nata sotto il segno della solidarietà e dell’accoglienza. Intorno al 1880, in seguito a una forte grandinata, i metodisti di Mombercelli prestarono un forte e significativo aiuto ai calossesi colpiti. Alcune famiglie rimasero talmente stupite da tanta fraternità cristiana che abbracciarono il protestantesimo. Già nei registri del 1894 sono annotati i nomi di venti credenti, come nucleo originario, e quello dei loro genitori in prevalenza evangelici, il che fa pensare a una più antica adesione dei calossesi al protestantesimo”.

Cosa si troverà davanti chi entrerà nell’edificio?

“Identità Future” va oltre il recupero edilizio, atto a salvaguardare e rappresentare uno storico tornante della fede di queste colline; l’intenzione di Calosso con questa iniziativa è quella di costituirsi come solida e critica testimonianza di un passato di solidarietà e di cultura del rispetto tra comunità vicine, in un’ottica ampia di sostenibilità. Una volta restituito alla comunità, il “contenitore sacro” sarà sede di un allestimento permanente pensato come un’esperienza “immersiva”, grazie alla proiezione di immagini e filmati che valorizzeranno tradizioni orali e materiali delle memorie identitarie”.

Come si inserisce questo progetto nell’indirizzo che la sua amministrazione sta dando a Calosso?

“Calosso rappresenta da sempre sinonimo di qualità e di bellezza. I suoi vigneti e i suoi panorami offrono quotidianamente sensazioni uniche. Il territorio poi offre vini e prodotti della terra in grado di soddisfare anche i palati più raffinati. Ma ciò che soprattutto conferisce a Calosso elementi di unicità è il fatto di trovarsi in mezzo a due territori – Monferrato e Langhe – che caratterizzano profondamente l’espressione dei paesaggi. Infatti a Calosso si parla non di paesaggio ma di paesaggi, questo perché chi si ferma nel nostro paese può godere di punti di osservazione meravigliosi, tutti diversi. Calosso si candida a pieno titolo come meta per un turismo di qualità, non solo per l’enogastronomia ma per la cultura ad ampio spettro. È in corso la seconda stagione del programma culturale “Calosso c’è” dove ogni fine settimana si svolgono manifestazioni teatrali, musicali e di intrattenimento che culminerà nel periodo 19-21 agosto con una proposta nuova di grande pregio, il programma di “resident artist” dove per tre giorni musicisti di una grande scuola di Milano proveranno e si esibiranno in un concerto di jazz al castello. Lo sforzo dell’Amministrazione e delle associazioni operanti sul territorio è indirizzato a mantenere vivo il paese, offrendo la possibilità di apprezzare i ritmi lenti della natura, le bellezze di un paesaggio unico, con la capacità di accogliere i turisti come graditi ospiti”.

A partire dall’autunno “Identità Future” detterà l’agenda culturale di Calosso: l’inaugurazione della permanente nel tempio metodista è fissata per il prossimo 14 ottobre, quando si terranno un convegno dal titolo “La Vite è bella – I paesi della vigna e del vino” e una straordinaria serata dedicata al progetto. Insieme al Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato si sta anche mettendo a punto un programma di appuntamenti per l’autunno, il cui cuore sarà il sistema di valori che ruota attorno a “Identità Future”.

L’intervista completa sul numero di Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 30 luglio 2021.