CHIARA CERRATOIl prossimo 25 novembre ricorrerà la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”. La data era stata designata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, per invitare i governi, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni non governative a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematiche della violenza contro le donne. Il 27 settembre il ministro del lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunità, Elsa Fornero ha sottoscritto a Strasburgo, in nome e per conto del Governo italiano, la “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”. Obiettivi della Convenzione sono: proteggere le donne da ogni forma di violenza; prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e quella domestica; contribuire a eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne, promuovendo la concreta parità tra i sessi; predisporre un quadro globale, politiche e misure di protezione e di assistenza a favore delle vittime; promuovere la cooperazione internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne; sostenere e assistere le organizzazioni e le autorità incaricate dell’applicazione della legge in modo che possano collaborare efficacemente, per adottare un approccio integrato al fine di eliminare la violenza contro le donne. La Convenzione prevede l’adozione di misure necessarie a promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio culturali delle donne e degli uomini, per eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini. La violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni e quella domestica è il crimine contro le donne più diffuso al mondo. Violenza che avviene tra le mura di casa, cioè nel luogo che ognuno considera il proprio porto sicuro.  Se l’obiettivo è la costruzione di una società più giusta, non basta contrastare i fattori culturali: bisogna porsi come priorità la creazione delle condizioni affinché chi è più debole sia protetto e possa emanciparsi. La sintesi della Convenzione di Istanbul è scaricabile in formato pdf dal sito della Provincia di Asti, nella sezione “comunicati” della Consigliera di Parità.