È stato selezionato il quinto romanzo finalista per l’edizione 2025 del Premio Asti d’Appello: è Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia di Michele Ruol (TerraRossa, 2024), romanzo finalista al Premio Strega.
Nella storia di Madre e di Padre ci sono degli avvenimenti che determinano un prima e un dopo. La nascita di Maggiore e poi quella di Minore, ad esempio, o l’incidente che li coinvolge, ma anche episodi apparentemente marginali dirottano le loro esistenze, come le nostre: delle mani che si sfiorano per caso e poi si trattengono appena più del dovuto, o l’apertura casuale di una chat altrui. In questo esordio luminoso e contundente, Michele Ruol ci conduce nell’intimità dei suoi personaggi attraverso le impronte lasciate sugli oggetti della casa in cui abitavano, riuscendo a farci continuamente ricredere sull’idea che ci siamo fatti su ciascuno di loro – e forse anche su quella che abbiamo di noi stessi.
Questa la motivazione dei Ghost Readers che, non per la prima volta, hanno completamente ribaltato il risultato del premio di riferimento: “Abbiamo scelto Quel che resta dopo che la foresta brucia per lo stile inusuale della scrittura con la quale l’autore crea un’architettura perfetta e funzionale al racconto. Attraverso una serie di fotogrammi che descrivono ambienti, oggetti, situazioni, definisce un “prima” ed un “dopo” la tragedia, e, mentre la vita continua, tutto resta sotto ad una coltre di cenere che si cristallizza dopo essersi depositata. Ruol non utilizza nomi propri con l’intento di rendere universale la sofferenza senza tempo di chi resta orfano di un figlio, condizione per la quale non esiste neanche una specifica denominazione. La domanda di fondo è: come si sopravvive a tanto dolore? Ognuno di noi è chiamato a riflettere su un tema drammatico e delicato. Con un linguaggio ruvido ed asciutto questo libro ci porta là dove nessuno di noi vorrebbe mai trovarsi”.
Michele Ruol, di professione medico anestesista, scrive per il teatro e ha pubblicato racconti sulle riviste letterarie «Inutile» ed «Effe – Periodico di Altre Narratività», oltre che in raccolte a più voci, come L’amore ai tempi dell’apocalisse (Galaad), a cura di Paolo Zardi, e Il Veneto del futuro (Marsilio), a cura di Alessandro Zangrando. Il testo Betulla, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano per il podcast Abbecedario per il mondo nuovo, è stato pubblicato nel libro omonimo edito da Il Saggiatore. Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia è il suo esordio come autore di narrativa.
Il libro sarà disponibile a breve per i soci del Premio alla Biblioteca Astense che osserva il seguente orario estivo: martedì, giovedì, venerdì dalle 9 alle 15, mercoledì dalle 9 alle 18, sabato dalle 9 alle 13.