La Douja d’Or è una manifestazione che riporta con autenticità il legame della città di Asti con la tradizione vitivinicola del suo territorio. Nella sua più recente evoluzione, questa celebrazione dei nostri vini, ci consente una narrazione quanto mai attuale di quello che avviene nella nostra denominazione, che siano i trend di consumo, le novità tecniche o le nuove tipologie di prodotto”, dice Giacomo Pondini, dal 2020 direttore generale del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg.
Direttore, qual è il rapporto del Consorzio con il territorio di origine?
“È un rapporto molto stretto. Per dare evidenza a questo legame, da alcuni anni il Consorzio sta implementando un progetto di “brandizzazione” delle zone di produzione dell’uva moscato per la produzione di Asti e Moscato d’Asti di produzione, attraverso l’installazione di allestimenti artistici su numerose rotatorie, oltre che nei 51 comuni di produzione, anche nella città di Asti. I temi rappresentati in queste installazioni – la viticoltura, il lavoro dell’uomo su queste colline, il riconoscimento di questi territori come patrimonio Unesco – ricordano a chi abita questi luoghi e a chi li apprezza da turista, il ruolo dei viticoltori del moscato nel disegnare un paesaggio unico e preservarlo per le future generazioni”.
Come sono le aspettative per la vendemmia ormai alle battute finali?
“Da un punto di vista qualitativo le uve si presentano sane e con un buon quadro aromatico, lasciando presuppore una produzione vinicola di alta qualità. Da un punto di vista quantitativo i produttori si sono impegnati a contenere le produzioni a 90 q/ha rispetto ai 100 q/ha consentiti dal disciplinare dell’Asti, in modo da non creare eventuali esuberi di prodotto che possano mettere a rischio l’equilibrio tra domanda e offerta e condizionarne di conseguenza il quadro economico”.
Quali sono le principali sfide che quest’anno vi sta ponendo, in vigna e sui mercati?
“Sui mercati dovremo affrontare l’impatto dei dazi americani, con particolare riguardo al Moscato d’Asti, che trova in questo Paese uno sbocco superiore al 60% dell’intera produzione. Le situazioni geopolitiche in generale, oltre ad altri fattori di costume, stanno complicando il quadro dei consumi. Il Consorzio, come le aziende, dovranno impegnarsi a coinvolgere nuove generazioni di consumatori e nuovi mercati”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 12 settembre 2025
Marianna Natale