Tanta incertezza nel quadro economico e occupazionale del Piemonte. E’ quello che evidenzia Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.
Presidente, la vostra recente rilevazione delle aspettative delle imprese per il quarto trimestre evidenzia un certo ottimismo, una certa fiducia, almeno da parte delle vostre associate.
“Ottimismo è una parola grossa: direi che non prevale il pessimismo, pesa molto l’incertezza. L’export è in sofferenza. Con i vari annunci dei dazi, l’entità dei quali sembrava cambiare anche nell’arco di poche ore, erano aumentati gli ordini. Ora si registra un certo calo”.
In quali settori?
“Automotive e componentistica, manifattura, meccanica, vino. Sull’automotive incide negativamente la politica europea, il “verde”, che dovrebbe cambiare. Sia perché l’auto elettrica non piace e costa troppo, sia perché le nostre aziende non sono pronte, sia perché non ci sono sufficienti infrastrutture per la ricarica.
In questi settori produttivi si utilizza molta cassa integrazione, anche se le aziende cercano di ridurne il tiraggio, soprattutto per quelle figure professionali più difficili da reperire”.
Quali sono?
“Analisti e progettisti di software, tecnici programmatori, disegnatori industriali, tecnici della vendita e distribuzione, ingegneri energetici e meccanici, tecnici esperti in applicazioni, tecnici della produzione, manutentori, progettisti e amministratori di sistema. Introvabili sono soprattutto le figure legate alla tecnologia dell’informazione: del resto quello dell’It oggi è uno dei pochi settori in crescita”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 24 ottobre 2025
Silvia Cotto


