I Carabinieri della Compagnia di Canelli sono da tempo impegnati nell’attività di contrasto tanto all’immigrazione irregolare quanto al favoreggiamento della stessa. Proprio in questo quadro, nei giorni scorsi, i militari di quel presidio dell’Arma hanno controllato gli occupanti di una cascina nelle campagne del canellese, identificando all’interno dell’abitazione, di proprietà di un italiano della zona, ben 12 cittadini extracomunitari. Gli stranieri, molti dei quali impiegati nella vendemmia in corso, sono stati trovati accampati in condizioni disumane nella cascina in parte diroccata e del tutto priva anche delle condizioni minime di abitabilità e di igiene, tra le altre cose i lavoratori clandestini erano ospitati in mezzo a cataste di rifiuti anche parzialmente combusti. Dei predetti stranieri, 7 sono risultati del tutto privi di titoli legittimanti la permanenza sul territorio dello Stato Italiano e pertanto, sono stati deferiti dai militari dell’Arma alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato.

Gli accertamenti dei Carabinieri hanno inoltre consentito di evidenziare che il proprietario dell’abitazione era a conoscenza che almeno una parte degli stranieri identificati dimoravano presso la sua cascina e, da questa permanenza, è risultato trarne un vantaggio economico; pertanto, sia lui, sia il titolare della cooperativa di braccianti, straniero anche lui,  che aveva in carico almeno una parte degli stranieri identificati, sono stati denunciati per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. 

Ai controlli oltre ai Carabinieri di Canelli, i quali nel corso dei controlli hanno anche rinvenuto alcune dosi di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana, sono intervenuti i Carabinieri Forestali di Bubbio che hanno proceduto agli accertamenti di competenza e hanno elevato diverse sanzioni per l’abbandono dei rifiuti e le violazioni in materia ambientale.

Naturalmente l’indagine è in corso e dovrà acquisire gli elementi idonei a superare la attuale presunzione di non colpevolezza degli indagati.