locandina film_LucyLUCY Regia: Luc Besson Interpreti: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Analeigh Tipton, Choi Min-sik Da “Nikita” a “Il quinto elemento”, da “Giovanna d’Arco” a “The Lady”, la filmografia del regista francese Luc Besson è costellata di eroine femminili: guerriere impavide e implacabili, un po’ paladine e un po’ martiri, che hanno lasciato un segno indelebile tanto nella storia con la “s” maiuscola quanto nel mondo della fantascienza. Dopo dieci anni di lavoro su uno script complesso e ardito, arriva “Lucy”, storia di una giovane donna (Scarlett Johansson) trasformata in una creatura dalla mente evoluta oltre ogni logica umana. La ragazza vive a Taiwan con un fidanzato che la coinvolge in un losco traffico di stupefacenti. Tramortita e operata allo stomaco, si risveglia con un chilo di potentissima droga sintetica nell’addome, pronta per essere inviata come corriere nel covo di alcuni malavitosi. Qui Lucy viene imprigionata e presa a calci finché il sacchetto non si rompe diffondendo nel suo corpo tutto il contenuto che, entrando in circolo, la dota progressivamente di straordinarie capacità psico-fisiche. Parallelamente un noto scienziato (Morgan Freeman) sta mettendo a punto una teoria sul potenziale neurologico del cervello umano. Il resto è un action movie al confine con il fanta-thriller, fondato su ritmi incalzanti, toni concitati ed enfatici effetti speciali. 3 stelle POSH Regia: Lone Scherfig Interpreti: Max Irons, Sam Claflin, Douglas Booth, Holliday Grainger, Freddie Fox Giovani, carini e straviziati. Un gruppo di ricchi rampolli di buona famiglia studia ad Oxford, uno delle università più prestigiose al mondo dove, fra i tanti club accademici, spicca il Riot, in assoluto il più esclusivo. Miles e Alister sono due nuovi membri: entrambi provenienti dal bel mondo, abituati al lusso e ai privilegi, si adeguano senza difficoltà ai modi insolenti ed arroganti degli altri compagni, ma durante una cena in un pub gli animi si infervorano fuori misura e la situazione precipita. Posh era il nome delle cabine migliori nei lunghi viaggi verso l’India coloniale, poi ha assunto il significato generico di aristocratico ed elitario. Tratto dalla pièce teatrale omonima, il film di Lone Scherfig racconta la generazione feroce e dissoluta destinata alle poltrone eccellenti del Regno Unito. 3 stelle