birdmanBIRDMAN Regia: Alejandro González Iñárritu Interpreti: Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Emma Stone, Naomi Watts Ci sono voluti quattro Oscar di quelli “pesanti” (film, regia, sceneggiatura originale, fotografia) per far arrivare nelle sale astigiane – che hanno nicchiato – l’opera visionaria ed eccentrica del regista messicano Alejandro González Iñárritu. Narra di un attore, famoso per aver interpretato in passato un supereroe, che dopo anni vorrebbe tornare alla ribalta mettendo in scena uno spettacolo. Come protagonista è stato scelto Michael Keaton: in un curioso corto circuito tra realtà e finzione, ha fatto pensare a molti che anche lui non ha più raggiunto grandi vette di notorietà, dopo aver vestito i panni di Batman. Così, oltre che per il personaggio, la nuova avventura potrebbe rappresentare un riscatto anche per l’attore. Iñárritu, con un tour de force registico non da poco, ha imposto al film delle scelte molto ardite, facendo aderire in modo radicale il punto di vista a quello del protagonista, e pedinando i personaggi attraverso un utilizzo continuato di piani sequenza (realizzati con la steadicam e la macchina a mano). Inoltre, scelta anch’essa inconsueta, le riprese sono state effettuate in continuità, seguendo lo svolgimento del racconto. AUTOMATA Regia: Gabe Ibáñez Interpreti: Antonio Banderas, Dylan McDermott, Birgitte Hjort Sørensen, Melanie Griffith, Robert Forster È stata definita un’opera tra fantascienza e realtà, con atmosfere noir o persino western e un pizzico di filosofia. Sembra dunque curioso questo “Automata”, che in un futuro, non post ma una volta tanto pre-apocalittico, racconta una nuova storia di uomini e robot. Robot che nel 2044 sviluppano un’imprevista coscienza di se stessi, una consapevolezza dalle conseguenze imprevedibili. Oltre che dallo spagnolo Gabe Ibáñez che lo ha scritto e diretto, fra i realizzatori del film salta all’occhio un pool di produttori esecutivi capitanato dall’israeliano Avi Lerner, che con oltre 350 titoli è uno dei produttori più attivi specializzati in pellicole di genere, soprattutto azione e fantascienza, ma non solo. Nell’arco di trentacinque anni, Lerner è passato da Israele, dov’era manager del primo cinema drive-in, agli Stati Uniti, dove ha fondato società come la Nu Image o la Millennium Films, cui si devono fra l’altro i tre (presto quattro) capitoli della serie “I mercenari” con Sylvester Stallone. Il protagonista del lungometraggio, anche co-produttore, è Antonio Banderas, che ha rinunciato alla sua folta capigliatura per un inedito look: rapato a zero. A cura di Umberto Ferrari