Una banda specializzata nel furto di grossi e costosissimi mezzi da lavoro è stata sgominata dai carabinieri della compagni di Canelli nel corso dell’operazione Digger che questa mattia ha portato all’esecuzione di sette misure cautelari, di cui due in carcere, due ai domiciliari (tre gli obblighi di dimora) nei confronti di soggetti italiani e albanesi ora accusati in concorso di furto, ricettazione e riciclaggio. Un’indagine partita da un furto di un caterpillar Cat 950K da un’azienda di Castagnole Lanze il 18 maggio scorso. Una ruspa da lavoro del valore di 200 mila euro poi trovata in un magazzino abbandonato di Spinetta Marengo, nell’Alessandrino. I militrai sono partito proprio dalla segnalazione del furto (e dall’avvistamento di un caterpillar di notte su un trasporto eccezionale in zona ndr) per dare il via alle indagini. Servendosi dei filmati delle telecamere di sicurezza installate nella zona del colpo i militari hanno ricostruito il percorso del mezzo pesante il cui spostamento era stato organizzato con una sorta di staffetta fra auto, un modo di intercettare eventuali posti di blocco visto che il mezzo una volta ripulito e ripunzonato doveva essere ceduto a un acquirente connivente. Due i furti analoghio accertati, quello di Castagnole Lanze e quello di un caterpillar anch’esso Cat 950K recuperato sull’A7. Scoperto anche il furto di 150 litri di gasolio in un’azienda alle porte di Asti Ovest.

La banda era organizzata nel dettaglio. C’era chi pianificava i colpi e rubava i mezzi per i quali c’è bisogno di guidatori competenti ed esperti, chi poi li ripuliva in capannoni “lavanderie”. li ripunoznava e forniva nuova documentazione e chi invece trattava con i compratori.

“Si tratta di colpi articolati, studiati nel dettaglio e che contavano su attenti sopralluoghi”, ha spiegato il comandante provinciale dell’Arma Pierantonio Breda.

La banda avrebbe agitofra l’Astigiano dove, a in un magazzino di Costigliole avrebbe avuto la sede operativa, l’Alessandrino, il Torinese e il Cuneese anche se le indagini sono ancora in corspo per capire se il gruppo possa essere legato ad altri furti simili.

In carcere sono finiti Gioacchino Catania, classe 1968 e Shera Liman, 43 anni, albanese di Villarperosa. Ai domiciliari L.F, italiano classe ’70, e D.G. albanese di 42 anni. Tre italiani invece sottoposti ad obblighi di dimora e firma.

Questa mattina nel corso delle perquisizioni i carabinieri hanno recuperato diverse radio ricetrasmittenti usate dal gruppo per tenersi in contatto durante i furti e gli spostamenti, uno skimmer usato per captare le frequenze dei carabinieri, un giubbotto antiproiettile, una carabina ad aria compressa, una pistola a tamburo a salve senza tappo rosso, arnesi da lavboro e alcuni cellulari.

Per tutti le accuse sono di furto, ricettazione e riciclaggio in concorso.