E’ stato convalidato pochi minuti fa l’arresto dell’uomo fermato venerdì pomeriggio dai carabinieri del comando provinciale di Asti, con l’accusa di aver tenuto sotto sequestro la sua famiglia per re. Teatro dell’inferno un appartamento al secondo piano di una palazzina nella zona di via Palestro. L’allarme è scattato intorno alle 13.30 di venerdì quando al 113 è arrivata la richiesta d’aiuto da parte di una donna che diceva di essere stata chiusa in casa assieme alla figlia dal marito che le teneva sotto scaccco con una pistola. A quel punto polizia e carabinieri sono intervenuti, organizzando vere e proprie squadre per riuscire a trattare con il sequestratore e per evitare che qualcuno si avvicinasse troppo alla scena, rischiando la vita. La strada è stata quindi chiusa mentre i militari hanno tentato un primo contatto telefonico con l’uomo, ma è andata male, quindi gli inquirenti hanno decsio di intervenire di persona. Dapprima ci sarebbe stato il tentativo di un tenente dei carabinieri di liberare la moglie e la figlia, salendo sul balcone dell’alloggio; anche questa volta però la strategia non ha funzionato, tanto da spingere il comandante provinciale Fabio Federici ad intervenire personalmente. Il tenente colonnello, supportato da carabinieri e polizia, ha cercato di instaurare un colloquio con il sequestratore sulla porta dell’appartamento, poi, dopo non poca fatica, è riuscito a ottenere la sua fiducia, entrando in casa senza giubbotto di protezione. Ne è nata una vera contrattazione, che ha dato i suoi frutti. Il comandante è infatti riuscito a guadagnarsi la fiducia del marito che in primo momento ha liberato la figlia minorenne e il cagnolino, poi la moglie e infine, intorno alle 15.40 si è costituito, consegnando l’arma con un colpo in canna. Il sequestratore, dopo due ore di tensione e di trattative serrate e difficili, è stato così arrestato. Il giudice ha stabilito per l’uomo la misura degli arresti domiciliari in un reparto dell’ospedale Massaia.