NiccolòFabiAnche i vini hanno un suono, non solo un sapore. Anche le canzoni hanno un gusto. Vini e canzoni nascono entrambi dalla fermentazione – dell’uva, del mosto o del processo compositivo. Hanno molti punti in comune: danno la giusta ebbrezza, vivono il loro momento migliore quando sono gustati in compagnia, procurano aggregazione e benessere, a volte anche uno stato di grazia. Suoni Divini è una rassegna ideata e condotta da Massimo Cotto, giornalista, esperto di musica, autore di libri e testi teatrali, direttore artistico del Festival di Castrocaro, del Premio De Andrè e di AstiMusica. Quattro incontri musicali a bella gradazione etilica, che si svolgono ogni sera, da lunedì 9 a gioved’ 12 settembre, alle 21.30 nell’ area spettacoli della Douja d’Or: una struttura al coperto nel cortile dell’Enofila, con posti a sedere a ingresso gratuito e senza prenotazione. Lunedì 9 settembre l’ospite è Paolo Jannacci jazzista, eclettico e scrupoloso suona il pianoforte, la fisarmonica e il basso elettrico, noto al pubblico televisivo non solo per la partecipazione alla trasmissione comica Zelig ma anche per la sua stretta parentela con il grande cantautore Enzo Jannacci. Nel corso della sua carriera ha suonato e collaborato con Dario Fo, Enzo Jannacci, Paolo Conte, Claudio Baglioni, Francesco Guccini e Roberto Vecchioni. Martedì 10 settembre tocca a Niccolò Fabi: considerato tra i più raffinati cantautori italiani, ritorna sulla scena con un nuovo disco ECCO già primo in classifica su Itunes e terzo nelle classifiche di vendita ad una sola settimana dalla sua uscita. Mercoledì 11 settembre, parole e canzoni di Paola Turci, talentuosa cantautrice italiana, con il suo ultimo album Le storie degli altri completa un grande affresco di sé e dei sogni che nutre nei confronti del mondo. Giovedì 12 settembre l’ospite è Alberto Fortis che nella sua carriera ha ottenuto un disco di Platino, due dischi d’oro e ha superato il milione e mezzo di copie vendute con successi quali Settembre, Milano e Vincenzo, Fragole Infinite, A Voi Romani e la Sedia di Lillà