Venerdì 19 gennaio alle 18 al Foyer delle Famiglie, in via Milliavacca 5, Asti, si terrà la presentazione del nuovo libro di Mario Amerio “Fuori dal 900 – Lavoro, Sinistra e Sindacati in terre sconosciute” (Team Service Editore).

In dialogo con l’autore Massimo Cotto, giornalista e scrittore, e Luigi Berzano, sociologo, professore emerito all’Università di Torino e autore della prefazione. 

Nel volume Amerio affronta un tema tanto complesso quanto attuale: quale futuro ci aspetta nell’era della robotica e dell’intelligenza artificiale?

Il ‘900 è stato il secolo delle fabbriche e degli operai, della nascita della sinistra e dei sindacati. Il secolo del lavoro umano assurto a motivo di orgoglio e ragione di vita.

Filosofi, scrittori, uomini di cultura e le stesse grandi religioni, da quella cattolica a quella protestante, improvvisamente esaltano il valore del lavoro, non più una punizione divina ma un dovere da compiere al meglio possibile. Fino a quel momento, per 5000 anni, in tutta la storia umana, il lavoro era stato considerato indegno degli uomini liberi e spesso spregiato.

Oggi, nel XXI secolo, già tutto è cambiato: siamo nell’era della Quarta Rivoluzione Industriale, ovvero della globalizzazione, della robotica e dell’intelligenza artificiale, del passaggio dalla civiltà industriale a quella immateriale dell’informazione, della comunicazione e della cultura. Il lavoro è ormai globalizzato, delocalizzato ovunque costi meno, insidiato dall’automazione e dell’intelligenza artificiale e quindi svalutato e precario. Anche la società civile è cambiata: i legami sociali si sono fatti deboli, la società è priva dei riferimenti ‘solidi’ del secolo scorso: nei quartieri addio alle sedi di partito, ai Circoli, agli oratori, ai punti di ritrovo dove si cresce insieme. Ognuno vive per conto proprio e comunica con gli altri attraverso lo smartphone, sul quale riversa paure ed emozioni senza più alcun filtro. 

Automazione e intelligenza artificiale (AI) stanno cambiando completamente il nostro mondo. Per la prima volta nella storia sono, soprattutto la seconda, pervasive di ogni ambito della vita, dal lavoro alla casa, alla vita quotidiana. Per la prima volta una tecnologia, l’AI, impara da sola e si perfeziona ogni giorno, collegata con altre applicazioni può eguagliare l’intelligenza umana.

Opportunità infinite dunque, ma anche pericoli. C’è in atto nel mondo uno scontro fra prudenti ed entusiasti. Automazione e AI generano colossali profitti: serviranno a migliorare la vita delle persone, ridurre e poi gradualmente abbandonare il lavoro ’obbligato’ e fare qualcosa di meglio, di più piacevole e utile per se stesi per gli altri, oppure finiranno nelle mani di pochi e le nostre società conosceranno ancor maggiori e più insopportabili disuguaglianze?

“Questo è il grande tema. Tocca a noi deciderlo – dichiara Amerio – la tecnologia è neutra, sono gli uomini che la indirizzano. Per il momento tutto fa presagire che il mondo di domani sarà nelle mani di pochi e per gli altri ci sarà solo assistenza e crescente divario sociale. Così è stato finora, o almeno negli ultimi trent’anni di neoliberismo trionfante. La sinistra è stata ed è attonita, silente e ovunque in declino, e i sindacati hanno subito e hanno perso molto del loro potere contrattuale e dei loro iscritti.

La sinistra può rinascere? Si, ma a condizione di cambiare radicalmente. Per rinascere deve, come faccio riferimento nel titolo del libro, uscire dal ‘900 dove ancora sembra vivere, in malinconica contemplazione di un mondo che non c’è piùNell’ultima parte affronto il tema del declino dei sindacati, che sembra ovunque inarrestabile, dall’Europa agli USA, tranne rare eccezioni. Ho voluto quindi esaminare diverse realtà e offrire spunti per la difesa dell’esperienza italiana, che come quella tedesca e quelle del nord-Europa presenta specificità quasi uniche nel panorama sindacale moderno”.

Classe 1947, Mario Amerio, astigiano, ha alle spalle un lungo percorso nel sindacato, avendo diretto la CGIL provinciale per nove anni per poi passare alla Segreteria Regionale fino al 1985, come responsabile della formazione e delle politiche per l’impiego.

È stato Consigliere Regionale del Piemonte nella successiva legislatura, ancora con la responsabilità della formazione. In quegli anni e nel quadro della sua attività politica e istituzionale ha partecipato alla lotta per la chiusura della discarica di Valle Manina e per il riconoscimento e l’ampliamento della Riserva Naturale, che con la discarica conviveva a breve distanza, eventi che ha raccontato nel suo precedente libro “Una volta era mare” (Team Service 2021). Infine, per 15 anni, è stato consulente in ambito privato su formazione e progetti europei in varie parti d’Italia. Una volta in pensione, è tornato a dare una mano al sindacato astigiano come segretario della categoria dei pensionati, che ha rappresentato anche nel sindacato nazionale in qualità di Vice Presidente della Commissione Nazionale per lo Statuto.

Da oltre vent’anni vive con la famiglia in una casa in collina a Montegrosso Cinaglio alle porte della Riserva Naturale di Valle Andona, Val Botto e Val Grande, uno dei più ricchi giacimenti fossiliferi italiani ed europei.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.