Progetto speciale Transcodex ad Asti TeatroTranscodex è un network artistico internazionale/nomade, creato dal coreografo Ugo Pitozzi, che si sviluppa in condizione di assoluta mobilità intorno ad alcuni temi fondanti del panorama artistico contemporaneo, tendendo a ridefinire costantemente i propri confini, costituendosi come un momento di riflessione-esposizione operativa nella cornice delle nuove arti dal vivo. Durante Asti Teatro sono previste tre speciali performance, realizzate da Monferrarti in collaborazione con il Comune di Asti:     4 luglio, ore 21, Spazio Vinci: Femmenthal International Con il progetto “FEMMENTHAL INTERNATIONAL” il Gruppo Alhena propone un approfondimento del discorso sul corpo, in contrapposizione alla cultura che tende a narrare l’arte come luogo di una visione rasserenante, dolce, pacificata, un approfondimento attraverso un collegamento della danza con le arti visive, un progetto che si prefigge di analizzare le problematiche sul corpo  femminile nelle varie forme artistiche : performances, installazioni video, spettacoli,conferenze,documentari (OASIS sul problema della fistola ostetrica nell’Africa Sub sahariana – ha avuto il Premio per la Pace 2008) e documentazioni video di progetti sociali.   Il progetto vuole sperimentare in differenti luoghi del mondo le problematiche femminili legate al corpo, con un’installazione urbana o in interni, di donne (attrici, danzatrici, performers o donne comuni, di tutte le età) rinchiuse in scatole, dove la loro vita scorre normalmente, come se fosse l’unica  possibile. Le loro vite  scorrono  parallelamente, senza incrociarsi, senza contattarsi o toccarsi in alcun modo, e, quindi, senza possibilità  di contaminazione o di crescita relazionale. La struttura drammaturgica, simile ad un patchwork (tecnica tessile tipicamente femminile) di  performances, naviga tra insicurezza e vulnerabilità,trasformazione del corpo in un sogno, aspirazioni impossibili, desiderio di una percezione reale del corpo.   Corpi osservati, studiati, divisi in categorie rigide, donne  la  cui vita in  cattività, quasi in uno zoo televisivo,  lo spettatore osserverà da diverse prospettive e punti di vista. La relazione con l’architettura  urbana  creerà una modificazione  della  stessa e trasformerà il voyeurismo del pubblico in una comprensione, emotivamente più diretta,  delle  problematiche  poste dalla coreografa Anouscka Brodacz e dalle interpreti stesse.     6 luglio, ore 21, Spazio Vinci: Terapia con Myriam Laplante   La performance “Terapia” è una terapia di gruppo psichedelica-supportiva di tipo cognitivocomportamentale adatta per il trattamento di molti tipi di disturbi psicologici e psichiatrici in particolare nella gestione dei disturbi d’ansia e dell’umore, e come trattamento di supporto o complementare nei disturbi della personalità, nelle psicosi ed in altre forme sindromiche innescate da questo mondo. I suoi tassi di efficacia, a livello di riduzione sintomatologica in diverse forme psicopatologiche, sono, in teoria, valutati come buoni. L’atmosfera dell’ambiente è psichedelica. L’illuminazione consiste da stelle proiettate sul soffitto, luci basse colorate, un tavolino con una lampada lava.

“Arrivo con una valigetta. Ho degli occhiali da sole con la scritta olografica “love”, accendo deI bastoni d’incenso. Poggio la valigia sul tavolo e l’apro. Parlo dolcemente al pubblico, chiedo loro di dimenticare i loro problemi come, erbacce, rubinetti che perdono, tasse, spiego che oggi il lavoro lo faccio io. Poi comincio a imprecare violentemente contro la società, tiranni e violentatori. Mentre parlo gonfio qualcosa in valigia con una pompa a mano. Lentamente, una bambola gonfiabile vestita da ballerina appare ….. parte la musica di un carillon e imbraccio la bambola con il suo tutù psichedelico e luminoso, mi sposto davanti alla scrivania e inizio a far girare la bambola in alto, lentamente. E il pubblico lentamente si tranquillizza osservando questa danza rilassante fino alla fine della carica del carillon”.

    8 luglio, ore 21, Spazio Vinci: Ye Shangai   performance suono-video Ye Shanghai è una performance musicale-visiva di Roberto Paci Dalò creato per SH Contemporary 2012 e prodotto da Davide Quadrio, in collaborazione con Francesca Girelli (Arthub Asia). Il progetto si occupa di vari aspetti della vita di Shanghai prima del 1949. Al centro di questo lavoro è l’incredibile storia del Ghetto di Shanghai, formalmente conosciuto come il Settore limitato per i rifugiati apolidi (mukokuseki nanmin gentei chiku). Il ghetto era una zona di circa un miglio quadrato situato nel distretto di Hongkou di Shanghai occupata dai giapponesi. Ospitava circa 23.000 rifugiati ebrei trasferiti dalla proclamazione giapponese emesse per la restrizione di residenza e di business dei rifugiati apolidi, dopo essere fuggiti dall’Europa occupata dai tedeschi prima e durante la seconda guerra mondiale. Sebbene il Giappone e la Cina avevano combattuto a intermittenza dal 1931, l’occupazione di Shanghai ha iniziato nel 1937, quando la città cadde durante la battaglia di Songhu. Le forze giapponesi occuparono le parti cinesi di Shanghai somministrati al di fuori dei regolamenti internazionali e la Concessione Francese. Il regolamento internazionale fu occupata dai giapponesi l’8 dicembre 1941 ed è rimasta occupata fino alla resa del Giappone nel 1945.   L’ingresso a tutti gli appuntamenti Transcodex è libero. Info: 0141.399057