Continua il diario del nostro vescovo Marco Prastaro in vacanza nelle terre del Kenya che l’hanno visto impegnato per ben tredici anni come missionario Fidei Donum. Panorami e animali, ma soprattutto impegno episcopale con incontri, liturgie festose e anche cresime e prime comunioni.

Domenica 21 luglio

Oggi domenica, il giorno del Signore. Inizio alle 8,45 salutando i partecipanti alle messa delle ore 7,30.
Qui a Tassia la domenica hanno 3 messe, tutte affollatissime, per un totale di circa 5.000 persone partecipanti. Solo oggi faccio caso al fatto che la parrocchia di Tassia, avendo almeno 200.000 abitanti, è più popolata della diocesi di Asti!
Alle 9,30 inizia la seconda messa, la più partecipata. La processione d’ingresso inizia sul sagrato della chiesa: i chierichetti, poi gli uomini dell’associazione uomini cattolici, quindi le donne del CWA, tutte vestite di blu e con una pezzola bianca in testa, quindi i sacerdoti. I bambini del PMC animano il tutto con le loro danze mentre il coro accompagna il canto. Dopo la colletta con il canto e la danza, la parola di Dio è portata all’ambone: “la parola di Dio ci spinge avanti” recita il canto.
L’offertorio, come sempre, è molto lungo perché è la gente che si muove per mettere la propria offerta nelle apposite bussole. Dopodiché si forma la processione offertoriale in cui, assieme al pane e al vino, vengono portate le bussole con le offerte e tutti i doni in natura che la gente offre. Oggi fra i doni vi è anche un casco intero di banane.
A fine della celebrazione, Lillian, la responsabile del consiglio pastorale parrocchiale, legge gli avvisi e poi un breve discorso di benvenuto per me. Mi viene poi consegnato un regalo. Quindi tocca a me fare un breve discorso nel quale ricordo quando nel 2011, il vescovo ausiliare di Nairobi ci portò a visitare 4 diverse parrocchie perché poi scegliessimo in quale andare. Ricordo quando passammo il ponte sul fiume che introduce in Tassia e fummo colpiti dall’odore di fogna che contraddistingue il quartiere. In quel preciso momento, insieme a don Mauro, capimmo che Tassia era proprio il posto giusto per prendere una parrocchia.
A fine messa c’è solo qualche minuto prima che inizi la prossima. Molte persone vengono a chiedere di benedire qualche oggetto sacro, altri i propri bambini.
11,20 con solo 20 minuti di ritardo inizia la terza messa. Questa volta non ci sono i bambini del PMC, ma c’è comunque un altro coro che canta. La preghiera dei fedeli è fatta spontaneamente, nel senso che alcune persone si portano ai piedi dell’altare e a turno presentano la loro preghiera. Qualcuno parla così piano che non si capisce quello che dice. A fine messa Lillian ripete il discorso e mi riconsegna il regalo, un album fotografico sulla parrocchia. Ripeto il mio discorsetto. Scorgo fra i fedeli suor Julietta, la prima (ed unica) suora Samburu, una ragazza che proviene dalla parrocchia dì Lodokejek. La invito a venire avanti e a salutare l’assemblea. Un tempo era una ragazza così timida che al minimo sguardo quasi sveniva. Dopo il noviziato è sbocciata divenendo una donna grintosa e coraggiosa. Dopo i saluti della suora consegno anche io dei regali introducendoli con il proverbio swahili che dice “le mani vuote non si leccano”.
Sono le 13,00 quando la messa finisce, ma fra benedizioni di rosari, benedizioni di bambini, persone che chiedono di pregare per loro e le immancabili fotografie arrivano le 14. A questo punto, finalmente, andiamo a pranzo.
Dopo il pranzo mi fermo ancora a chiacchierare con Sr Julietta. Ora è preside in una scuola della sua congregazione a Kahawa west, un quartiere popolare di Nairobi. Nella scuola hanno parecchi ragazzi tolti dalla strada ed alcuni vittime di violenza. È praticamente sola a gestire la scuola quindi è sempre molto impegnata, ma comunque serena. Alle 17 ci salutiamo.
Mentre parlavo con la suora, don Paolo, don Daniele e don Valerio avevano iniziato l’operazione complessa del conteggio dei soldi delle offerte. La cosa ci tiene impegnati per più di due ore. Prima di cena i miei confratelli preparano un po’ di tagliatelle fresche per la cena.
Siamo a cena dalle suore che gestiscono la scuola della parrocchia. Sono suore indiane, al momento sono in tre. Sr Betty era la preside ma circa due anni fa ha avuto un ictus che l’ha quasi bloccata, era una donna energica e molto severa, ora sta lì sorridendo continuamente e con lo sguardo un po’ sperso, di lei si prende cura con tantissima dedizione Sr Telma, la sua consorella che ha anche preso il suo posto come preside. La terza sorella è Sr Nirmala, arrivata da meno di un anno dall’India.
Fra i piccoli regali che portiamo alle suore vi è anche una foto della mia ordinazione in cui in un angolo si vede don Mauro che è stato a Tassia per 8 anni. Le suore gioiscono nel vederlo in foto e ringraziano contente del regalo.