Il commento alla Parola di domenica 31 ottobre (XXXI domenica del tempo ordinario b) a cura di Sr Maria Chiara del Monastero Cottolenghino “Adoratrici del Prez.mo Sangue di Gesù”

Il Vangelo di oggi ci spiega che cosa guarda Gesù. Egli osserva la folla e vede una povera vedova che getta due monetine nel tesoro del Tempio. 

In molti passi della Bibbia leggiamo di Dio che vede. Ad esempio dopo aver creato l’uomo… “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”. Dio guarda la persona e gli parla: “Il Signore vide che [Mosè] si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto” (Es 3,4). Gesù allo stesso modo vede le persone e vede la folla che ha bisogno: “Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui” (Gv 6,5).

Dio sente anche il lamento del popolo e prova compassione: “Dio ascoltò il loro lamento, si ricordò della sua alleanza” (Es 2,24). Nei salmi ci si affida con fiducia a questo Dio che ascolta la preghiera e la esaudisce: “Nel mio affanno invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, al suo orecchio pervenne il mio grido” (Sl 17).

Dio non è un giudice spietato che ci guarda per coglierci in fallo, ma con l’incarnazione, Gesù conosce che cosa significhi essere uomini: si è fatto uno di noi e quindi sa cosa significhi avere fame, essere ammalati, essere poveri. Gesù sa che cosa significhi essere uomini, limitati e fragili.

Il nostro Dio vede, sente e ama; come dice Papa Francesco: «Questo Dio spray non esiste! Esistono persone! Gesù è il compagno di cammino che ci dà quello che chiediamo; il Padre che ha cura di noi e ci ama; e lo Spirito Santo che è il dono, è quel di più che dà il Padre, quello che la nostra coscienza non osa sperare».

Gesù nel brano di oggi, da un lato biasima gli scribi e i farisei che spogliano, senza scrupoli, le vedove senza capirne l’indigenza, ma dall’altro lato loda l’atteggiamento di questa donna che si affida totalmente a Dio Padre Provvidente. Questa donna, come la vedova di Sarèpta della prima lettura, sa che tutto è visto da Dio e così agisce senza trattenere nulla.

Questa donna assomiglia agli alberi che, in questa stagione, lasciano cadere tutte le foglie così che le maestose chiome estive o le coloratissime chiome autunnali, cadono a terra. Questo spogliamento estremo permette la loro sopravvivenza nel gelo invernale e la fioritura in primavera.

Questa donna assomiglia anche a una mongolfiera che gettata la zavorra può volare più alta e veloce, libera dal peso che la trattiene a terra.

Io penso che questo brano ci inviti a stare sotto lo sguardo di Dio senza paura e lì scopriremo la zavorra o le foglie di cui dobbiamo ancora liberarci per volare alto e rifiorire.

L’invito è rivolto a tutti i cristiani, ma credo che un consacrato/a sia sollecitato a chiedersi con più parresia: «E io ho gettato nel cuore di Dio tutto quello che avevo, tutto quello che avevo per vivere?».

Non abbiamo paura di stare sotto lo sguardo di Dio e sentiremo dire ancora una volta: «Ecco è cosa molto buona»! Buona settimana.

LETTURE: 1Re 17,10-16; Sl 145; Eb 9,24-28; Mc