Il commento alla Parola di domenica 4 aprile (III Domenica di Pasqua) a cura di Sr Maria Daniela del Monastero Cottolenghino  “Adoratrici del Prez.mo Sangue di Gesù”.

Nel Vangelo di oggi leggiamo come il Cristo risorto apparve ai discepoli riuniti, dando loro la possibilità di verificare che egli era risorto come uomo in carne ed ossa, che poteva anche assumere del cibo, non come uno spirito o un fantasma. La sua risurrezione non era stata la rianimazione del suo cadavere, come era accaduto a Lazzaro, ma aveva trasformato il suo rapporto con le leggi terrestri della corporeità: spazio e tempo non lo vincolavano più e la sua libertà era pari alla gioia che lo rivestiva come un abito. La sua realtà umana, in Lui l’Uomo- Dio, era la promessa della salvezza offerta a ogni uomo. “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti”, dice san Paolo. I discepoli dovranno portare a tutti l’annuncio della risurrezione di Cristo come promessa per la risurrezione di tutti gli uomini e innanzi tutto come nuovo sguardo sulla vita di ogni persona umana.

Per la risurrezione di Gesù, l’Uomo dei dolori, ridotto al nulla dal giudizio degli uomini, umiliato nella sua dignità, Dio è divenuto Signore di ogni vita umana, anche di quella più sfigurata dal vizio, dalle dipendenze, dalla malattia. Il nostro fondatore, S. G. Benedetto Cottolengo lo aveva capito molto bene e soleva dire: “Siate certe che Gesù Cristo dimentica niente di quanto a Lui fate nella persona dei suoi poveri e ciò che rende la Piccola Casa commendevole davanti a Dio e agli uomini sono i fatui e gli scemi perché bisognosi di maggior soccorso e più rifiutati dal mondo”. La risurrezione di Gesù non sarà mai un evento significativo per coloro che coltivano grandi pensieri, ma non aprono la propria vita a Dio e ai poveri. Fin dall’inizio è stato così: gnostici e seguaci del docetismo hanno cercato di offuscare la fede in Colui che è veramente morto e veramente risorto.

Il Signore Gesù ci ha lasciato il suo Corpo, il suo Sangue, la sua anima e la sua divinità nella presenza eucaristica come farmaco di immortalità per la nostra anime e il nostro corpo. Ha voluto “raggiungere la nostra intimità attraverso un frammento di materia. Non dall’alto, ma da dentro affinché nel nostro stesso mondo potessimo incontrare Lui” (Papa Francesco). Non è mai troppa l’attenzione dedicata all’Eucarestia e il tempo speso nell’adorazione. 

“Tutte le cose sono state create per mezzo di Cristo e in vista di Lui” dice san Paolo e nella realtà naturale il mistero di Cristo è all’opera ancora più intensamente dopo la risurrezione. Perciò rendendoci attenti all’emergenza ecologica che stiamo vivendo e operando per un’educazione ambientale con tante piccole scelte quotidiane, come limitare l’uso della plastica o della carta, ridurre il consumo di acqua e di elettricità, possiamo rendere testimonianza alla resurrezione.

LETTURE: At 3,13-15.17-19; Sl 4; 1Gv 2,1-5; Lc 24,35-48