Il commento alla Parola di domenica 19 gennaio 2020 (II Domenica del tempo ordinario) a cura di padre Gerardo Bouzada.

Il Figlio di Dio, dopo la vita nascosta in Betlemme e Nazaret, inizia la sua vita pubblica all’età di trenta anni portando questa carta di identità: Essere Servo. La sua impronta è chiara e leggibile: “Sono venuto a servire, non per essere servito”.
Gesù è servo per servire primariamente il suo Padre celeste, glorificando e compiendo instancabilmente la missione di essere luce per radunare il suo popolo e indirizzarlo verso il cammino di Dio. Questo servo sperimenterà la stanchezza ma non sarà invano. E se i risultati del suo servizio non corrisponderanno alle aspettative e sforzi, lui si trova in pace, perché lavora per dare gloria al suo Padre e il premio verrà da Lui.
Gesù è servo per servire l’umanità, di ogni uomo e donna. Per compiere la sua missione di servo si veste dai sentimenti e atteggiamenti dell’Agnello che si lascerà immolare e sacrificare per toglierci il peccato e donarci lo Spirito di santità. Questo titolo di Agnello include le seguenti caratteristiche: Agnello vincitore, Agnello espiatore, Agnello pasquale liberatore. A Gesù nella croce, come all’agnello pasquale, non romperanno un solo osso. Come toglie Gesù il peccato dell’umanità? Il “mondo ebraico” di Gesù era sottomesso ai romani e alla alta società che collaborava con l’impero. Gesù liberò i più deboli dalle grandi disumanità e schiavitù, cioè, guarì malati, diede dignità a quelli che non ce l’avevano, fece pasti aperti senza distinzione di classi sociali: “Prendete e mangiatene tutti”, “Lo riconobbero allo spezzare il pane”. Gesù toglie il peccato assumendo la condizione umana di servo e offrendosi nella croce, in offerta volontaria e di servizio per amore. Gesù dalla croce ci dona lo Spirito Santo che purifica e perdona tutti i nostri peccati.
Nel “nostro mondo di produzione e consumo”, i valori religiosi sono stati sostituiti da valori biopsichici: (salute, piacere dei sensi, piacere sessuale) e da valori economici (produzione e consumo di merci). Questi due tipi di valori sono quelli che agiscono oggi come nucleo dominante e trasformante degli altri valori. Pertanto, il resto dei valori (estetici, morali, religiosi, sociali, della conoscenza e del tempo libero) sono trattati e vissuti quasi solo come merce (quella per la quale viene pagato un prezzo monetario) o come fonte di salute e piaceri dei sensi. È qui che ha origine il più grande peccato del nostro mondo che provoca la più grande sofferenza in molte persone.
La missione dei cristiani non è solo quella di aiutare a sopprimere le sofferenze individuali, ma anche di porre fine al dominio di quel peccato fondamentale della nostra cultura: il dominio assoluto dell’economia e dei valori biopsichici su tutto il resto.
Ogni discepolo di Cristo è chiamato a vivere questa dimensione di servo sempre, ovunque e verso tutti: verso Dio, verso la famiglia e le comunità. Servire Dio con una vita santa. Servire la famiglia con una vita di donazione, sacrificio ed esempio per i figli. Servire nel lavoro con una vita onesta. Servire nelle comunità per mezzo della disponibilità a fare un volontariato cristiano.
Ho mani, cuore e piedi di servo o di padrone? Uso gli altri o gli servo come fratello? Aiutaci Signore ad avere i tuoi stessi sentimenti, preoccupazioni e valori per discernere con sapienza le scelte fondamentali della nostra vita.

LETTURE: Is 49, 3. 5-6; Sal 39; 1 Cor 1, 1-3; Gv 1, 29-34