Il commento alla parola di domenica 26 giugno 2022 a cura di Suor Maria Chiara del Monastero Cottolenghino  “Adoratrici del Prez.mo Sangue di Gesù”

Il Vangelo di oggi offre vari spunti di riflessione, ma è la seconda parte del brano che colpisce maggiormente. Infatti, se ci si può aspettare che, come nella prima parte, Gesù rimproveri i discepoli per la loro mancanza di misericordia verso i Samaritani, ci si stupisce di più di fronte agli atteggiamenti che il Maestro assume nei confronti di tre aspiranti seguaci.

In particolare, il Signore appare enigmatico di fronte al primo dei tre: “Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo»” (Lc 9,57-58). 

La risposta di Gesù è un sì o un no? Potremmo pensare che sia un modo gentile per rivelare al tale che il suo entusiasmo andrà scemando e che non sarà in grado di reggere le fatiche della sequela. Non si escluda tale possibilità: quando ci decidiamo ad essere cristiani sul serio, è realista rendersi conto che il cammino sarà impegnativo, altrimenti, alla prima prova, si capitolerà. Tuttavia, pare interessante soffermarsi su un particolare della risposta di Gesù: ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo. Non tutti hanno visto un diniego in questa affermazione. Infatti, San Bernardo così si esprimeva: Se [il Signore] si degnerà di infondere nella mia anima l’olio della sua misericordia, tanto che anch’io possa dire: «Corro per la via dei tuoi comandamenti perché hai dilatato il mio cuore» (Sal 118, 32), allora potrò forse io pure offrire in me stesso […] almeno un luogo ove posi il capo (Sermone XXVII sul Cantico), mentre Santa Teresa di Lisieux, in un momento di dura prova per entrambe, scriveva alla sorella Celina: Nella navicella di Celina, Gesù si riposa così dolcemente. […] Non è una pietra che sostiene il suo capo divino […]: è un cuore di bambina, è un cuore di sposa (Opere complete, Lettera 144). Nelle parole di Gesù a quel tale senza nome, sia Bernardo che Teresa hanno trovato un incoraggiamento per sè: il Signore ha bisogno di me perché possa riposare, vuole fare della mia persona un cuscino per la sua umanità stanca. 

Anche noi, come loro, possiamo ritrovarci in quel tale. Come rispondiamo? Come può il Figlio dell’uomo riposare in noi? Nella seconda lettura di oggi, ascoltiamo: Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso (Gal 5) e nel Vangelo Gesù ci ricorda: Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25,40). Dunque, ogni volta che, invece di giudicare e condannare gli altri (come fanno i discepoli verso i Samaritani nella prima parte del Vangelo di oggi) riversiamo la misericordia ricevuta da Dio sui nostri fratelli e sorelle, permettiamo al Figlio dell’uomo di riposare in noi.

Con San Bernardo, Signore, ti chiediamo: infondi nella nostra anima l’olio della tua misericordia, perché possiamo offrire in noi un cuscino a Te.

LETTURE: 1Re 19,16.19-21; Sal 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62