Il commento alla Parola di domenica 5 maggio 2019 (Terza Domenica di Risurrezione) a cura di padre Gerardo Bouzada.

Gesù, dopo la risurrezione, apparve più volte ai suoi discepoli dando loro la prova che era vivo.
Perché questa volta appare loro in Galilea e vicino al mare di Tiberiade? Per sottolineare, attraverso il linguaggio simbolico della pesca, quale dovrebbe essere la missione dei discepoli: “Essere pescatori di uomini” (Mc 1,17; Lc 5: 1-11). E scoprire, attraverso quella “pesca”, che il volto di Dio si manifesta attraverso gli altri. Ma per essere buoni pescatori, non è sufficiente voler andare a pescare, così come ha fatto Simon Pietro e gli altri discepoli non prendendo nulla, ma è necessario sentire il richiamo del Risorto, perché senza la presenza di Gesù, senza il suo incoraggiamento e guida, non c’è evangelizzazione fruttuosa.
Se guardiamo da vicino i discepoli ai quali Gesù è apparso, scopriamo che erano solo sette: quattro appartenenti al gruppo dei Dodici e tre appartenenti agli “altri”. Il numero sette ha un carattere simbolico che esprime pienezza e totalità, il che significa che il compito di “pescare” è responsabilità di tutta la Chiesa; essendo Simon Pietro il capitano di quella nave che è la Chiesa universale. Gesù gli chiede tre volte se lo ama, gli ordina di “dar da mangiare ai suoi agnelli”. Gesù chiede: “Seguimi”. E davanti alla richiesta, Simon Pietro risponde: “Tu sai che ti amo”, “Tu sai tutto”.
La rete che non si spezza significa, da un lato, l’unità della Chiesa e, dall’altro, la capacità di ricevere nel suo seno tutti gli uomini senza distinzione di razza, sesso, cultura, mentalità, religione…, tutti senza eccezioni. Quella stessa pienezza e universalità della Chiesa è rappresentata dal numero di pesci catturati: 153.
Quella prima parte del testo conclude con l’invito di Gesù a pranzo. Il cibo preparato era pane e pesce, lo stesso cibo che avevano quando si sono moltiplicati i pani e i pesci, e lo stesso gesto, in un riferimento diretto all’Eucaristia, invitandoci tutti a partire, distribuire e condividere, ma anche rendendo tutta la nostra vita un’Eucaristia.
Come possiamo fare oggi perché la nostra vita sia un’Eucaristia permanente seguendo gli insegnamenti che Gesù ci trasmette in questi testi?
Gesù si presenta agli apostoli risorto e nel loro stesso lavoro, pescando, fuori dal tempio, nella quotidianità della loro vita, manifestando che Gesù deve essere scoperto nel nostro giorno dopo giorno, nel nostro rapporto con gli altri, perché Gesù si manifesta nella semplicità della vita.
Anche Gesù si rende presente agli apostoli nel servizio; con un atteggiamento umile, prepara il cibo in modo che possano avere forza per svolgere il compito di annunciarlo.

LETTURE: At 5, 27-32. 40-41; Sal 29; Ap 5, 11-14; Gv 21, 1-19