La celebrazione di sabato scorso in occasione della festa di s. Camillo de Lellis ha messo insieme l’ufficio liturgico e la Pastorale della Salute. E’ una collaborazione di  lunga durata, che ruota intorno alla formazione dei ministri straordinari della comunione. Abbiamo posto qualche domanda ai due incaricati, rispettivamente don Simone Unere e Tiziana Stobbione.

1. Il punto in comune che avete individuato per il progetto di formazione dei ministri della comunione è l’attenzione alla persone fragili e malate. Dai vostri due punti di vista perchè sarebbe importante che venissero messe un po’ al centro della vita delle parrocchie?

Don Simone: Papa Francesco ci aiuta a dare una risposta molto chiara a questa domanda. Se vogliamo essere fedeli al Vangelo di Gesù, non possiamo assecondare la “cultura dello scarto”:  chi non serve più, chi non è più utile viene messo da parte, scartato, come se fosse un prodotto scaduto. Gesù ha accolto gli emarginati e sanato gli ammalati. La Chiesa continua la missione di Gesù oggi, portando la sua Grazia affinché chi sente più di altri il peso della vita trovi consolazione Nelle nostre parrocchie dobbiamo fare attenzione a non lasciarci prendere dalle solite pratiche e a curarci solo di chi può venire “a dare una mano”.

Tiziana Stobbione: La collaborazione tra l’ufficio per la Pastorale della Salute e quello Liturgico ha preso avvio presso la nostra Diocesi più di 10 anni fa, con l’allora responsabile per la Liturgia don Severino Ramello e continua ancor oggi con don Simone Unere. Il ruolo del Ministro straordinario per la distribuzione della Comunione nasce a servizio dei malati e non solo come aiuto durante la distribuzione dell’Eucarestia nelle celebrazioni religiose perché «il dono ineffabile dell’Eucaristia sia sempre più profondamente conosciuto e perché si partecipi alla sua efficacia salvifica con sempre maggiore intensità» (Papa Paolo VI, Sacra Congregazione per la Disciplina Dei Sacramenti, Istruzione Immensae caritatis, gennaio 1973). 

L’emergenza sanitaria, che non è affatto terminata, ha reso ancor più evidente come le persone abbiano bisogno di vicinanza e di preghiera, mettendo in risalto le fragilità che fino a poco tempo potevano apparire marginali. Nella congiuntura attuale, caratterizzata dalla frenesia del fare, in cui l’attenzione alla persona sembra essere un aspetto secondario, il farsi prossimo costituisce una scelta in controtendenza e rappresenta il cuore dell’insegnamento cristiano, in cui l’amore si fa concretezza e realizza quella dimensione caritativa propria del discepolo di Cristo.

2. La comunione è “cibo” per lo Spirito. Che tipo di formazione dei ministri della comunione state portando avanti affinchè siano consapevoli che non vanno solo a trovare delle persone malate e nello stesso tempo che non vanno solo a distribuire qualcosa?

Don Simone: E’ stato il vescovo Marco a chiamarmi in causa per questo genere di formazione, poi è arrivata l’epidemia che ha rallentato molto le cose. In precedenza era stato don Severino Ramello ad occuparsene.

Tiziana: Trattandosi di un ministero straordinario, quindi suppletivo e integrativo degli altri ministeri istituiti, non si può non sottolineare come esso debba basare su un servizio liturgico intimamente connesso con la carità e destinato soprattutto ai malati e alle assemblee numerose. Questo ministero impegna laici o religiosi a una più stretta unità spirituale e pastorale con le comunità nelle quali svolgono il loro apostolato. E, come per ogni ministero nella Chiesa, la formazione è obbligatoria.  Anche i Ministri straordinari per la distribuzione della Comunione, infatti, “sono tenuti all’obbligo di acquisire la adeguata formazione richiesta per adempiere nel modo dovuto il proprio incarico e per esercitarlo consapevolmente, assiduamente e diligentemente” (can. 231, § 1).

Nella nostra Diocesi la collaborazione tra l’Ufficio di Pastorale della salute e quello Liturgico ha fatto sì che venisse programmato un percorso di formazione specifico, che affronta tematiche che vanno dall’identità alla spiritualità eucaristica e che prendono in esame le dimensioni relazionali e sanitarie, senza trascurare aspetti ecclesiali e pastorali”. 

Nel percorso formativo, infatti, sono inseriti anche momenti di partecipazione alla liturgia eucaristica, dalla celebrazione della Giornata Mondiale del Malato, istituita 30 anni fa dall’allora Papa Giovanni Paolo II, a quella in memoria di San Camillo de Lellis, patrono degli ammalati e degli infermi, un santo che ha messo al centro il servizio al prossimo sofferente, promuovendo un’assistenza sanitaria e religiosa. Al termine del percorso formativo i neo ministri vengono istituiti dal Vescovo (quest’anno il 23 settembre, presso il Santuario della Madonna del Portone) e viene consegnata un’attestazione anche a chi già è stato incaricato.

3. Quali sono le realizzazioni più interessanti che avete riscontrato in questi anni di collaborazione e quali i punti deboli su cui ancora lavorare?

Don Simone: Molti ministri straordinari sono un esempio stupendo di dedizione al prossimo. Come tutti i ministeri, anche questo dei ministri straordinari della Comunione ha una dimensione vocazionale; allora bisogna fare meglio il discernimento sulle autocandidature, perché possono nascondere qualche problema e capita che i parroci possano trovarsi in difficoltà. Anche l’utilizzo dei ministri straordinari della comunione durante la Messa deve essere valutato meglio per non svilire la processione dei fedeli in quel momento, simbolo del Popolo di Dio in cammino, e non una coda da smaltire al più presto. Inoltre mi sto chiedendo se, dando seguito agli ultimi interventi di Papa Francesco e della CEI, non si finirà per andare a coinvolgere anche questa figura del ministro straordinario della comunione, che nei decenni scorsi era una lecita via di uscita per aggirare il problema del ministero istituito, che era riservato ai maschi. In fondo i compiti del ministro straordinario della comunione sono i compito dell’Accolito, tranne che per il servizio all’altare di cui nelle nostre comunità, peraltro c’è un gran bisogno. 

Tiziana: Certamente la collaborazione tra i due uffici ha dato i suoi frutti, ovviamente migliorabili.

Tutt’ora stiamo terminando uno specifico Regolamento, che entrerà definitivamente in vigore dalla Pasqua del 2023, e che è redatto in base alle indicazioni Regionali e Nazionali, al fine di rendere ancor più omogeneo il percorso di formazione e i criteri relativi alla scelta dei ministri. 

Personalmente ritengo che ci sia ancora molto su cui concentrarsi, ad esempio creando maggiori sinergie con le singole Parrocchie per evitare che vengano trattati argomenti più volte, oppure che il ruolo del Ministro straordinario per la distribuzione della Comunione venga solo parzialmente espletato.