Che il mondo dell’edilizia viva da anni un momento difficile anche a livello  locale è un dato di fatto. Non per questo però ritengo dover destinare la  totalità delle risorse del PISU 2014/2020, denominato “Vino e Cultura”, a  supporto di questo settore. Tra i 7 assi prioritari, definiti dalla Regione  nell’ambito del FESR (Fondo Europeo Sviluppo Regionale), il Comune nel  2014 ha scelto di puntare tutto sulla valorizzazione risorse culturali (Asse 6  del FESR). Scelta non sbagliata, vista la carenza sistemica di risorse per  promuovere il turismo, oggi assente, in Città. Due incisi. Primo,non è detto che il PISU sia l’unica linea di finanziamento  europeo di sviluppo locale. E poi dal bilancio comunale: 80 milioni al netto di  anticipazioni e partite di giro, su cui recuperare risorse intorno al 5%,  azzerando sprechi e contratti capestro. Disponibilità da destinare al  miglioramento dei servizi ai cittadini ed a investimenti per lo sviluppo, non  ogni sette anni come per i fondi FESR, ma ogni anno. Andiamo allora ad analizzare il piano “Vino e Cultura”.  Lo scopo: crescita economica e di occupazione attraverso lo sviluppo dei  flussi turistici in Città. Ma come attraiamo più turisti se non raccontando le  bellezze di Asti, con massicci investimenti in promozione? Quanto spazio è  dato a questi investimenti nel PISU presentato?  Andiamo per sottrazione: 7-8 milioni, meno 2 per il completamento di  ristrutturazione di Palazzo Ottolenghi ed il suo efficientamento energetico  assieme a quello del Palazzo comunale; meno 1 per la Casa del vino; meno  1 per la ristrutturazione dell’ex chiesa del Gesù per l’allargamento del Museo  dei Fossili (qui sfugge la logica, essendo l’immobile di proprietà dell’Agenzia  Territoriale per la Casa Piemonte Sud e la proprietà del museo della  Regione, tramite l’Ente Parchi Astigiani); meno 1 tra allargamento del  Museo lapidario e creazione di un punto di accoglienza turistica al piano  terra del Comune; meno 2 per il restauro di san Pietro in Corsavia, il  completamento di restauro della ex chiesa di San Giuseppe e l’allestimento  a Palazzo Alfieri del museo del cinema; meno 1 di interventi di  riqualificazione urbana per la pedonalizzazione da piazza Cairoli a piazza  Roma.  Tutti interventi edili. Cosa resta per attrarre turismo? Zero!  Fortunatamente il Piano, come fatto da Brignolo per il PISU precedente,  sviluppato da Galvagno, è assolutamente rimodulabile. Davide Palazzetti