“Le menti grigie della fondazione bancaria astigiana hanno commissionato una nuova replica alle critiche insorte negli ultimi giorni sui media locali ; dal primo intervento fatto scrivere da un membro del C.d.a. siamo passati alla lettera del più erudito professor Rei (docente universitario, già peraltro membro della stessa Fondazione Bancaria alla fine degli anni novanta) ! Orbene il professore cita, con estrema  puntualità sentenze di Corte Costituzionale e norme di riferimento dell’istituzione territoriale di cui egli stesso è stato amministratore. Sostiene altresì che i 6 membri del Consiglio di Indirizzo cooptati dovrebbero avere specifiche competenze per le materie di attività della Fondazione : d’altronde le materie sono così ampie e variegate che è facile attribuire a chicchessia una qualche specifica competenza anche se è comune sentire che quella più radicata sia l’autoreferenzialità. Penso che da consigliere comunale (referente di un partito e di un gruppo consiliare che rimane comunque il secondo in città alle ultime elezioni) sia legittimo, se non doveroso, rappresentare la richiesta (levatasi peraltro da più parti politiche) di riduzione dei faraonici emolumenti dei 30 amministratori che costano circa un decimo dell’erogato dalla Fondazione stessa, non perché l’ente di origine bancaria sia considerato dalla politica il forziere degli Enti Locali in debito di risorse, ma perché ritengo che in situazioni contingenti come quelle attuali quei 400.000 euro (che il professore dimentica casualmente di menzionare) risparmiabili dagli emolumenti degli amministratori potrebbero esser meglio utilizzati magari a favore delle imprese artigiane che il Riccio rappresenta e/o delle crescenti situazione di povertà diffusa presenti ormai nella nostra collettività. Queste mie affermazioni derivano da una convinzione personale non perché io sia stato escluso dal circuito (d’altronde nessuno ha potuto né potrà sostenere di aver ricevuto alcuna pressione da parte mia) ma perché parlo da mente libera che non è mai dovuta scendere a compromessi nel proprio percorso amministrativo e che ha sempre fornito un contributo di programmi e proposte concrete nelle sedi più opportune. Se davvero i consigli di indirizzo (ed io aggiungo anche quelli di amministrazione) della Fondazione vorranno trasformarsi, come auspica giustamente il professor Rei, in veri motori propulsivi indipendenti e capaci di ascoltare i bisogni emergenti della società civile, lo facciano con grande spirito di volontariato riducendo gli emolumenti ad un piccolo rimborso spese. Dimostreranno in tal modo di avere davvero a cuore la sorte  della città!” Fabrizio Imerito