Quattro lavoratori in cassa integrazione, due donne e due uomini, sono stati assunti per un anno dal Comune di Asti per prestare servizio nei Musei Civici, il cui personale si è andato assottigliando in questi ultimi anni.?Ciò consentirà al Comune di mantenere ampi orari d’apertura al Museo di S. Anastasio e al nuovo Museo del Risorgimento (con possibilità di aperture serali in occasione di eventi), e di effettuare anche lungo la settimana aperture su prenotazione al Complesso di S. Pietro e al Museo Archeologico, alla Domus romana di Via Varrone e alla Torre Troiana.?Dopo un breve corso di formazione, i quattro lavoratori sono ora in servizio con compiti di custodia, vendita biglietti, accoglienza qualificata del pubblico. Inoltre sono di supporto al personale dell’Archivio Storico nella manutenzione ordinaria di fondi e documenti.?Le nuove assunzioni sono state rese possibili da uno specifico finanziamento della Regione Piemonte al Sistema Urbano per la Valorizzazione Integrata del Patrimonio Culturale, una rete di 22 partner: Comune – ente capofila – Provincia, Diocesi, Fondazioni, Camera di Commercio, ATL, Università Astiss, Ente Parchi, consorzi di operatori economici del settore turistico, istituti culturali, associazioni di volontariato, cooperative sociali.?Il Sistema Urbano e la Regione hanno infatti lanciato una scommessa: investire su arte e cultura in un periodo di crisi, la più dura che attraversa l’Italia dall’ultimo dopoguerra, nella convinzione che valorizzare il patrimonio culturale astigiano sia non solo fattore di crescita civile della comunità ma anche un volano per il suo rilancio economico.    ?Dal momento che il Sistema Urbano fonda la sua ragion d’essere e la sua utilità sulla collaborazione costante tra i partner, non è da escludere che i quattro cassintegrati, possano, in caso di necessità, essere di supporto anche ad altri musei non comunali ma comunque facenti parte del Sistema Urbano.?Del resto i nuovi assunti (provenienti da aziende di quattro diversi settori produttivi)  hanno dimostrato da subito capacità di adattamento a situazioni e compiti nuovi, alimentata da forte motivazione personale.?Ed il riscontro del loro positivo inserimento è venuto sia dalla soddisfazione manifestata dagli stessi lavoratori sia dal gradimento del pubblico.
Insomma da quest’esperienza emerge un dato: la cultura, riqualificando personale momentaneamente non in attività, può essere anche uno strumento innovativo per affrontare le sfide della crisi.