CONFAGRICOLTURA ASTIQuali saranno gli effetti del decreto del Governo che obbliga alla stesura di un contratto e fissa pagamenti in tempi brevi per la cessione dei prodotti agricoli italiani?Aumento delle possibilità di errori formali e conseguenti sanzioni; progressivo danneggiamento dei rapporti commerciali tra produttore e acquirente e via libera alla concorrenza straniera al “Made in Italy” dei campi. È la tesi di Confagricoltura Asti che boccia il decreto del Governo che dal 24 ottobre (ma non è esclusa una proroga) obbligherà la stipula di contratti con pagamenti in tempi brevi per la cessione di prodotti agricoli. «Un decreto nato con il nobile scopo di salvaguardare gli agricoltori dai furbi che non pagano la merce o la pagano a babbo morto. E che, invece, rischia di essere l’ennesimo danno a sfavore del comparto agroalimentare italiano» sostiene il presidente di Confagricoltura Asti, Massimo Forno. Il direttore, Francesco Giaquinta, entra nel merito: «Chi ha scritto quel decreto ha poca dimestichezza con le questioni commerciali. Se i pagamenti sono rapidi il committente, di norma, chiede sconti, anche consistenti. E questa situazione si verifica soprattutto in tempo di crisi economica, come quella attuale. Inoltre obbligare le parti ad un contratto con pagamenti in tempi brevi apre la concorrenza ai competitor stranieri che non sono tenuti a rispettare queste regole. Infatti, davanti ad un produttore italiano che, per questa legge, chiederà pagamenti certi e in tempi rapidi, e un suo concorrente straniero che potrà applicare regole contrattuali più morbide e pagamenti più diluiti nel tempo, chi credete che scelgano i committenti più esposti alla concorrenza dei prezzi, come la grande distribuzione organizzata? C’è poi la questione della certezza dei pagamenti. Perché invece di queste regole ammazza-agricoltura non si pensa ad un fondo di sicurezza che tuteli, anche in parte, gli agricoltori in caso di mancati pagamenti?». Interrogativi tecnico-commerciali a cui bisogna aggiungere il dubbio di quei prodotti agricoli che hanno regole di cessione e pagamento già fissati da un disciplinare. «È il caso del moscato – osserva Giaquinta -. Il contratto interprofessionale indica già prezzo e scadenze di pagamento. Se questo decreto sarà applicato quale norma bisognerà rispettare?». Conclude Forno: «Chiediamo ai parlamentari, del nostro territorio e non, di farsi interpreti di questi dubbi e di presentare interrogazioni al Governo e al ministro competente».